Fede e carità
Francesco all'Angelus: “La condizione per essere pronti all’incontro con il Signore non è soltanto la fede, ma una vita cristiana ricca di amore e carità per il prossimo”.
C’è un verbo che irrompe nel brano del Vangelo di Matteo, di questa domenica: vegliare. Un verbo che indica un’azione precisa, e cioè essere pronti, attendere un evento che può avvenire in ogni momento del giorno e della notte. Di qui l’immagine delle dieci vergini che attendono l’arrivo dello sposo.
Matteo in questa domenica “ci indica la condizione per entrare nel Regno dei cieli”, dice Papa Francesco, e lo fa attraverso l’immagine delle donne chiamate ad accompagnare lo sposo. Va ricordato che l’evangelista ritrae una usanza palestinese, che precede il giorno delle nozze e che avviene dopo il tramonto: il promesso sposo, si recava con gli amici, a casa della fidanzata, la quale lo attendeva assieme ad alcune sue amiche. Di qui la necessità di avere delle lampade per illuminare la scena. La parabola ci dice che “cinque di esse erano stolte e cinque sagge”. Ma nel racconto possiamo notare anche alcune stranezze, se così possiamo dire: la sposa non c’è o almeno non si parla di lei; lo sposo arriva a mezzanotte, un’ora un po’ tarda anche per gli usi del tempo; alle cinque donne definite stolte si chiede di andare a comperare l’olio di notte. La parabola è l’occasione per dire altro, per descrivere la prolungata attesa – il Messia che non è ancora giunto – e mette l’accento sul come prepararsi per questa attesa. Ecco il verbo vigilare.
Ma torniamo alle donne definite alcune stolte e altre sagge. Cosa differenzia le seconde dalle prime? Non certo la capacità di attendere sveglie l’arrivo dello sposo, ma piuttosto la consapevolezza della propria debolezza, così da mettere in atto un atteggiamento di prudenza: prendere non solo le lampade, ma anche l’olio che potrebbe consumarsi prima dell’arrivo dello sposo. E così accade. Al suo arrivo, a mezzanotte, le vergini stolte si accorgono di non avere l’olio per le lampade, e lo chiedono a quelle sagge, che rispondono di non poterlo dare, perché non basterebbe per tutte. Leggiamo poi che mentre le stolte vanno in cerca dell’olio, lo sposo entra nella sala del banchetto accompagnato dalle altre cinque, e vengono chiuse le porte. Le prime non vengono fatte entrare: “Non vi conosco”. Interessante notare che Matteo ripropone le parole con le quali all’interno di una scuola rabbinica il maestro ripudiava il proprio discepolo.
“Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”. Con questa parabola, Gesù ci vuole dire che vegliare “non significa soltanto non dormire, ma essere preparati; infatti tutte le vergini dormono prima che arrivi lo sposo, ma al risveglio alcune sono pronte e altre no. Qui sta, per Papa Francesco, il significato dell’essere saggi e prudenti: si tratta di non aspettare l’ultimo momento della nostra vita per collaborare con la grazia di Dio, ma di farlo già da adesso […] Prepararsi come fosse l’ultimo giorno: questo fa bene”.
La lampada è la fede che illumina la nostra vita. Diceva Papa Benedetto: “Se togliamo Dio, se togliamo Cristo, il mondo ripiomba nel vuoto e nel buio. E questo trova riscontro anche nelle espressioni del nichilismo contemporaneo, un nichilismo spesso inconsapevole che contagia purtroppo tanti giovani”. L’olio “è il simbolo della carità che alimenta, rende feconda e credibile la luce della fede”. Per essere pronti all’incontro con il Signore non basta la sola fede, ma c’è bisogno di “una vita cristiana ricca di amore e di carità per il prossimo”. Dice Francesco: “Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più comodo, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile, incapace di dare vita agli altri, e non accumuliamo nessuna scorta di olio per la lampada della nostra fede”. Se invece siamo vigilanti e cerchiamo di compiere il bene, con gesti di amore, di condivisione, di servizio al prossimo in difficoltà, possiamo restare tranquilli mentre attendiamo la venuta dello sposo: il Signore potrà venire in qualunque momento, e anche il sonno della morte non ci spaventa, perché abbiamo la riserva di olio, accumulata con le opere buone di ogni giorno. La fede ispira la carità e la carità custodisce la fede.
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