Francesco: "Gesù è il nostro primo e grande maestro"
Francesco ha incontrato i catechisti ugandesi a Munyonyo.
“Gesù è il nostro primo e più grande maestro”. Ha esordito così Papa Francesco, incontrando questa sera a Munyonyo (Uganda) i catechisti e gli insegnanti e concludendo così la sua terza giornata in Africa. Nel pomeriggio di oggi Francesco ha lasciato il Kenya e ha iniziato la seconda tappa della sua visita apostolica nel Continente nero, in Uganda. “Voi, come catechisti, avete una parte di rilievo nel portare la Buona Notizia ad ogni villaggio e casolare del vostro Paese. Vorrei – le parole del Papa – prima di tutto ringraziarvi per i sacrifici che voi e le vostre famiglie fate, e per lo zelo e la devozione con cui svolgete il vostro importante compito. Voi insegnate quello che Gesù ha insegnato, istruite gli adulti e aiutate i genitori a crescere i loro figli nella fede e portate a tutti la gioia e la speranza della vita eterna”. Di qui il ringraziamento di Francesco “per la vostra dedizione, per l’esempio che offrite, per la vicinanza al popolo di Dio nella sua vita quotidiana e per i tanti modi con cui piantate e coltivate i semi della fede in tutta questa vasta terra! Grazie specialmente per il fatto di insegnare ai bambini e ai giovani come pregare”, “è molto importante”, ha aggiunto a braccio. “Il vostro lavoro, benché gratificante, non è facile – ha osservato il Papa -. Vi incoraggio perciò a perseverare, e chiedo ai vostri vescovi e sacerdoti di aiutarvi con una formazione dottrinale, spirituale e pastorale in grado di rendervi sempre più efficaci nell’azione”. La strada che il Pontefice ha percorso verso il luogo dell’incontro, è stato annunciato, d’ora in poi porterà il nome di “strada di Papa Francesco”.
“Il vostro è un lavoro santo, voglio sottolinearlo” e “il messaggio che portate si radicherà tanto più profondamente nei cuori delle persone quanto più voi sarete non solo dei maestri, ma anche dei testimoni, e anche questo voglio sottolinearlo. Che il vostro esempio faccia vedere a tutti la bellezza della preghiera, il potere della misericordia e del perdono, la gioia di condividere l’Eucaristia con tutti i fratelli e le sorelle”. La comunità cristiana del Paese, ha fatto notare, “è cresciuta grandemente grazie alla testimonianza dei martiri. Essi hanno reso testimonianza alla verità che rende liberi; furono disposti a versare il proprio sangue per rimanere fedeli a ciò che sapevano essere buono, bello e vero”. “Siamo oggi qui in Munyonyo”, ha osservato il Papa, ricordando che grazie alla “coraggiosa testimonianza di sant’Andrea Kaggwa e dei suoi compagni, i cristiani in Uganda divennero ancora più convinti delle promesse di Cristo”. “Possa sant’Andrea, vostro patrono, e possano tutti i catechisti ugandesi martiri – l’augurio del Papa – ottenere per voi la grazia di essere saggi maestri, uomini e donne le cui parole siano ricolme di grazia, di una convincente testimonianza dello splendore della verità di Dio e della gioia del Vangelo!”. “Testimoni di santità – l’incoraggiamento di Francesco -, andate senza paura in ogni città e villaggio di questo Paese, per diffondere il buon seme della Parola di Dio”. Infine la richiesta ai catechisti di pregare per lui e di far pregare per lui anche i bambini.
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