Francesco: "il cancro più forte di un ospedale è quello della corruzione"
Il Papa ha ricevuto in udienza la comunità dell'Ospedale pediatrico del Bambin Gesù.
“Il cancro più forte in ospedali come questi è la corruzione”. Parole decise, quelle pronunciate dal Papa a conclusione del discorso rivolto alla comunità dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù, ricevuta oggi in udienza in Aula Paolo VI. Parlando a braccio in risposta alle domande, Francesco ha sottolineato che “il marchio di fabbrica del Bambin Gesù sono i bambini”. L’ospedale, ha proseguito, “ha avuto una storia non sempre buona: in alcune parti è stata buona ed alcune epoche non sono state tanto buone”. No, allora, alla “tentazione di trasformare una cosa tanto bella come un ospedale di bambini in un’impresa. Fare affari: e i medici diventano affaristi, le infermiere e gli infermieri diventano affaristi, e tutti affaristi!”, ha esclamato Francesco salutato da un caloroso applauso. “Avere paura della corruzione!”, l’invito del Papa accolto da un altro applauso: “Chi lavora al Bambin Gesù ha un marchio di fabbrica: essere stanco, sudato, sporco, con la voglia di andarsene a casa ma con la voglia di rimanere”. “Guardiamo i bambini”, il monito del Papa: “E pensiamo, ognuno di noi: io posso fare affari corrotti con questi bambini? No! Posso finire la giornata sporco, stanco, con la voglia di mandare qualcuno a quel paese? Posso? Sì, ma senza corruzione”. “Il cancro più forte in ospedali come questi è la corruzione”, ha affermato il Papa: “E la corruzione non viene da un giorno all’altro, si scivola lentamente, oggi una mancia qui, domani una tangente là, dopodomani una raccomandazione là, e poco a poco si scivola nella corruzione”. “I bambini danno da fare, stancano, ma non sono corrotti!”, ha esclamato Francesco, che ha pronunciato il suo discorso attorniato dai piccoli malati di 20 Paesi seduti intorno a lui: “In questo mondo dove si fanno tanti affari con la salute, si inganna tanta gente con l’industria delle malattie, il Bambin Gesù deve saper dire no!”, la consegna finale del Papa: “Peccatori sì, lo siamo tutti, ma corrotti mai!”.
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