Il Papa ai cardiologi: cura dei sofferenti e dei deboli
Alla fiera di Roma, per lakermesse a cui hanno partecipato 135 mila specialisti, la presenza particolare del pontefice.
“L’apertura alla grazia di Dio, fatta tramite la fede, non ferisce la mente, anzi la spinge a una conoscenza della verità, più ampia e utile per l’umanità”. Lo ha detto oggi Papa Francesco, portando il suo saluto al Congresso mondiale organizzato dalla Società europea di cardiologia presso la nuova Fiera di Roma, al quale hanno preso parte in questi giorni 35.000 specialisti da 140 Paesi. “Il Magistero della Chiesa – ha ricordato Francesco – ha sempre affermato l’importanza della ricerca scientifica per la vita e la salute delle persone. Anche oggi la Chiesa non solo vi accompagna in questo cammino così arduo, ma se ne fa promotrice e intende sostenervi, perché comprende che quanto è dedicato all’effettivo bene della persona è pur sempre un’azione che proviene da Dio. La natura in tutta la sua complessità, e anche la mente umana, sono creature di Dio. Lo studioso può e deve investigarle, sapendo che lo sviluppo delle scienze filosofiche ed empiriche e delle competenze pratiche che servono il più debole e malato è un servizio importante che s’inscrive nel progetto divino”.
“La conoscenza, anche la più precisa e scientifica, ha bisogno di progredire facendo le domande e trovando le risposte sull’origine, il senso e la finalità della realtà, uomo incluso. Tuttavia, le sole scienze, naturali e fisiche, non bastano per comprendere il mistero che ogni persona contiene in sé” - ha detto Francesco “Se si guarda all’uomo nella sua totalità – permettetemi di insistere su questo tema – si può avere uno sguardo di particolare intensità – ha quindi richiamato il Papa – ai più poveri, ai più disagiati ed emarginati perché anche a loro giunga la vostra cura, come anche l’assistenza e l’attenzione delle strutture sanitarie pubbliche e private”. E ha concluso: “Con la vostra preziosa attività voi contribuite a guarire il corpo malato e, al tempo stesso, avete la possibilità di verificare che ci sono leggi impresse nella stessa natura che nessuno può manomettere ma solo ‘scoprire, usare e ordinare’ perché la vita corrisponda sempre più alle intenzioni del Creatore. Per questo è importante che l’uomo di scienza, mentre si misura con il grande mistero dell’esistenza umana, non si lasci vincere dalla tentazione di soffocare la verità”.
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