Il Papa lava i piedi al carcere di Paliano: "Non è folklore"
Ecco come ama Dio: "fino alla fine"
“Oggi, nel cammino, quando arrivavo, c’era gente che salutava: ‘Ma, viene il Papa, il capo. Il capo della Chiesa…’. Il capo della Chiesa è Gesù, eh? Non scherziamo”. Nell’omelia della Messa in Coena Domini, celebrata questo pomeriggio nel carcere di Paliano, Francesco ha precisato che “il Papa è la figura di Gesù e io vorrei fare lo stesso che lui ha fatto”. “In questa cerimonia, il parroco lava i piedi ai fedeli: si capovolge”, ha proseguito Francesco a proposito del rito della lavanda dei piedi, che ha compiuto subito dopo con 12 detenuti: “Quello che sembra il più grande deve fare il lavoro di schiavo”. “Ma per seminare amore, per seminare amore fra noi, io non vi dico che oggi andate uno dall’altro a lavarvi i piedi voi: sarebbe uno scherzo, no?”, le parole del Papa. “Ma il simbolo, la figura: sì, vi dirò che se voi potete fare un aiuto, un servizio al tuo compagno qui, in carcere, alla tua compagna: fatelo. Perché questo è amore, questo è come lavare i piedi. È essere servo degli altri”. “Una volta i discepoli litigavano tra loro, sopra chi fosse il più grande, il più importante”, ha raccontato Francesco: “E Gesù dice: ‘Quello che vuole essere importante, deve farsi il più piccolo e il servitore di tutti’. E questo è quello che ha fatto lui, questo che fa Dio con noi. Ci serve, è il servitore. Tutti noi, che siamo poveracci tutti! Ma lui è grande, lui è buono. E lui ci ama così come siamo”. “Per questo, durante questa cerimonia pensiamo a Dio, a Gesù”, l’invito finale: “Non è una cerimonia folkloristica: è un gesto per ricordare quello che ha dato Gesù. Dopo di questo, ha preso il pane e ci ha dato il Suo corpo; ha preso il vino, e ci ha dato il Suo sangue. E così è l’amore di Dio. Pensiamo all’amore di Dio, oggi, soltanto”.
“Dio ama così! Fino alla fine. E dà la vita e per ognuno di noi, e si vanta di questo, e vuole questo perché lui ha amore”. “Amare fino alla fine”, ha proseguito Francesco: “E non è facile, perché tutti noi siamo peccatori, tutti abbiamo i limiti, i difetti, tante cose e sì, tutti sappiamo amare, ma non siamo come Dio che ama senza guardare le conseguenze, fino alla fine”. “C’era Gesù a cena, con loro”, ha proseguito commentando il Vangelo di Giovanni: “L’ultima cena e, dice il Vangelo, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre”. “Sapeva che era stato tradito e che sarebbe stato consegnato da Giuda quella stessa notte”, ha ricordato Francesco: “Avendo amato i suoi, che erano nel mondo, li amò fino alla fine”. “È un esempio”, ha spiegato il Papa: “E per far vedere questo, lui che era ‘il capo’, che era Dio, lava i piedi ai suoi discepoli”. “Quello di lavare i piedi era un’abitudine che si faceva nell’epoca prima dei pranzi e delle cene – ha proseguito Francesco – perché non c’era l’asfalto e la gente veniva con il cammino, con la polvere… e uno dei gesti per ricevere una persona a casa, e anche a mangiare, era lavarle i piedi”. “Ma questo lo facevano gli schiavi, quelli che erano schiavizzati, lì”, ha fatto notare il Papa: “E Gesù capovolge e lo fa lui. E Simone non voleva farlo, ma Gesù gli spiegò che era così, che lui è venuto al mondo per servire, per servirci, per farsi schiavo per noi, per dare la vita per noi, per amare sino alla fine”.
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