Il Sinodo dei media e (è) la potenza dell'immagine

Secondo giorno del Sinodo dei Vescovi sui "Giovani, la fede e il discernimento vocazionale". Papa Francesco partecipa alla seconda congregazione generale, nell'Aula del Sinodo.

Gli occhi sono su di lui, e non solo. Il Sinodo dei media è interessante perché esprime il polso della "politica ecclesiale". Su chi si soffermano le telecamere? Su chi gli obiettivi dei fotografi? In un'assise che è caratterizzata la presenza di Vescovi da tutto il mondo, gli spunti sono tanti. Il primo viene proprio dalla presenza dei Vescovi cinesi, per la prima volta in Assemblea dopo l'accordo e la mutua collaborazione, informale per ora, tra la Santa Sede e la Chiesa locale. Tutti li cercano per immortalarli. Loro sono lì, con la valigetta in mano, novizi del Sinodo.
E tra tanti porporati e vescovi, tra berrette rosse e mozzette, nell'Aula del Sinodo si distinguono proprio i giovani chiamati a parteciparvi. A far sentire la propria voce. Maglie a maniche corte, jeans e zainetto, sono semplicemente loro. Autentici, così come la Chiesa li vuole incontrare e ascoltare. Anche questo è parlare con chiarezza evangelica che, per gli esperti, si chiama "parresia". Anche questa è la Chiesa maestra in umanità.
Papa Francesco si siede, prende il cellulare dalla tasca e lo pone sul banco dei relatori. In tanti lo fotografano. Anche tra i padri sinodali, che per qualche istante diventano quasi giornalisti. I video esprimono il momento, i momenti. Francesco che arriva, che saluta, che inizia a parlare. In Sala stampa si lavora. Non sono tanto le parole a fare la differenza, quanto la potenza delle immagini. Così, cronisti e vaticanisti di lunga data spendono molto del loro tempo a scegliere la foto più efficace. Di scatti significativi ce ne sono tanti, come quello di un gruppo di giovani che di prima mattina raggiunge San Pietro. Sono mille le sfaccettature del Sinodo, cosi come tante quelle della condizione giovanile del mondo.
Il briefing quotidiano allora diventa occasione di sintesi. Da offrire al lettore.