50 anni del Sinodo dei Vescovi, figlio del Concilio
Commemorazione questa mattina in Aula Paolo VI con i padri sinodali.
“Con grande gioia ci troviamo in quest’aula per commemorare il 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi”. Lo ha detto il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo in corso in Vaticano, aprendo la cerimonia di commemorazione dei 50 anni del Sinodo dei Vescovi, svoltasi questa mattina nell'Aula Paolo VI. Rivolgendosi a papa Francesco, Baldisseri ha detto: “le siamo riconoscenti per aver incoraggiato fin dall’inizio del suo ministero petrino il cammino sinodale”, esortando i vescovi a “cercare forme sempre più profonde e autentiche dell’esercizio della collegialità sinodale”.
A prendere la parola per il continente europeo è stato il cardinale Christoph Schonborn, Arcivescovo di Vienna, che ha sottolineato come “il Sinodo e il Concilio sono inseparabilmente legati insieme”. "Nel corso degli ultimi cinquant’anni - ha detto il cardinale - il Sinodo dei vescovi è certamente stato uno degli strumenti privilegiati per l’attuazione del Vaticano II". Per il cardinale che ha messo in evidenza come "la questione del metodo del Sinodo ci accompagna fin dall'inizio di esso", “il Papa ci incoraggia a non temere le discussioni, a viverle con quel movimento degli spiriti che fa maturare il discernimento e prepara i cuori a riconoscere ciò che il Signore stesso ci mostra”. E' lo spirito del Sinodo in corso in queste settimane in Vaticano. A lungo il porporato ha parlato del valore e della natura dell'assemblea sinodale, ricordando le parole più volte pronunciate in questi giorni da papa Francesco, per il quale "il Sinodo non è un compromesso", "non ci sono lotte di potere" e non si deve raggiungere "alcun compromesso". Dello “tsunami culturale” delle “teorie del gender”, che “minacciano oggi la miglia e la forza che la famiglia porta” ha parlato il cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo metropolita di Westminster e presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra E Galles. Tale nuovo tipo di cultura è uno dei cambiamenti dell’Europa, che “non è ciò che era prima del 1999”: a citarlo, insieme però alle tante famiglie “prime testimoni della fede nella società, presidio di umanità per ogni persona”. “Ora tutto il mondo è cambiato”, l’analisi di Nichols, che ha ricordato come “ogni parrocchia della diocesi di Westminster ha parrocchiani provenienti da 30 o 40 nazioni differenti”. Senza contare le “migrazioni attraverso l’Europa di popoli che fuggono da guerre, violenza e povertà”, che mettono il nostro continente di fronte alla “tentazione di rimanere una fortezza, proteggendo se stessa e si suoi benefici e comfort”.
“Il culmine dei Sinodi - ha commentato Mathieu Lebouakehan, presidente dei Vescovi del Gabon - è sempre la manifestazione reale della collegialità tra i membri del collegio episcopale con il Sommo Pontefice e tra di loro, dopo uno scambio fraterno e fruttuoso di notizie ed esperienza, nell’ascolto reciproco”. Nella celebrazione dei Sinodi, ha ricordato il vescovo, “il Papa è l’autorità che, dopo aver valutato e vagliato le conclusioni di un’Assemblea generale ordinaria, dà alla Chiesa una esortazione apostolica post-sinodale”.
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