Ha vinto la semplicità della Chiesa in uscita
La parola ai vincitori (Zeno Pacciani, Andrea Tasso e Francesco Minari): dall’umano espresso con la scritta a mano in stampatello ai cinque colori delle frecce come quelli del calendario liturgico. E poi "il simbolo più forte è quello della Croce, posta sulla sommità del Logo
Zeno sei anni fa faceva l’architetto e il designer di mobili, Andrea per dieci anni ha fatto il “freelance” in una agenzia di sviluppo software, Francesco era un “account” in una grossa agenzia commerciale. Da settembre, hanno dato vita a Firenze ad una “farm” creativa, “Borgoognissantitre”: ora Zeno fa il grafico, Andrea si occupa di “crossmedialità” sul web e Francesco pensa ai rapporti con i clienti. Sono Zeno Pacciani, Andrea Tasso e Francesco Minari - il più giovane 37, il più vecchio 41 anni - i vincitori del concorso per il simbolo del Convegno ecclesiale di Firenze 2015. Hanno sbaragliato con il loro Logo oltre 200 concorrenti, sottoponendosi - per la prima volta nella storia di un Cen - al giudizio dei “like” degli internauti. Partendo - ci racconta Zeno Pacciani - da un’idea semplice, e dalla convinzione che “insieme è meglio”. “Ci interessava partecipare”, spiega Zeno: “Aver vinto un premio per un evento così importante, per la città di Firenze e per la Chiesa, da fiorentini ci riempie di orgoglio”. Com’è nata l’idea di partecipare al concorso?“Per caso. Avevamo saputo che c’era il bando, e abbiamo deciso di partecipare. La nostra agenzia creativa, che a gennaio diventerà anche formalmente una società, era appena nata: abbiamo cominciato a settembre, e quella del concorso poteva essere una opportunità, visto che tutti e tre a vari livelli ci occupiamo di comunicazione. Come succede a volte nella vita, proprio partendo dal caso abbiamo cominciato a pensare a qualcosa, che piano piano ha preso forma. L’idea del Logo è nata da diversi incontri tra di noi: ci siamo confrontati su quello che era il tema del Convegno, prendendo come spunto dalle Linee-guida, molto dettagliate, elaborate dal Comitato preparatorio. Poi ciascuno di noi ha fatto alcuni schizzi, circa una ventina in totale, e da ognuno di essi abbiamo preso alcuni elementi sulla base dei quali abbiamo fatto una sintesi, che è poi diventata il nostro Logo finale. Lo definirei un’opera corale, che mette insieme tutte le parole che sono state suggerite dal Comitato come pista di lavoro”. Qual è stata la vostra idea di forza?“L’idea che abbiamo scelto di utilizzare come tema di fondo è stata la semplicità. Il nostro ha voluto essere un tentativo di fornire una rappresentazione della Chiesa contemporanea e presente: la Chiesa di Papa Francesco, che va verso le periferie del mondo. È stata questa, per così dire, la cornice del nostro quadro”. In che modo le cinque parole-chiave - “Umano, Chiesa, Gesù Cristo, Partecipazione, Firenze” - sono state rappresentate nel vostro Logo?“Per sottolineare la centralità della parola ‘umano’ abbiano utilizzato prima di tutto un tipo di carattere che ricorda la scritta a mano in stampatello, e abbiamo dato a tutta la grafica i tratti di un disegno fatto a mano libera. L’uso delle cinque frecce - che sono dirette verso l’esterno, più che in basso - vuole indicare un cammino, un percorso di Chiesa che è poi il Convegno stesso: l’idea è quella di una Chiesa estroversa verso il mondo, sul modello della ‘Chiesa in uscita’ auspicata da Papa Francesco. I cinque colori delle frecce sono i cinque colori del calendario liturgico. Il simbolo più forte è quello della Croce, posta sulla sommità del Logo, ma alla quale conducono le due frecce rivolte verso l’alto: il loro movimento indica la ricerca di Gesù Cristo, del sacro, di un senso che vada oltre il livello della vita terrena. La forma curva delle frecce evoca inoltre la cupola del Brunelleschi, che per noi fiorentini è il simbolo stesso della Chiesa, e in questo caso del Convegno di Firenze”. Il Cen di Firenze è il primo Convegno ecclesiale nazionale “social” nella storia della Chiesa italiana: qual è il clima di attesa che si vive a Firenze?“In genere gli eventi in città sono vissuti come una sorta di ‘maledizione’ a Firenze, perché bloccano tutto. Non siamo come Roma, dove gli abitanti sono abituati ad una manifestazione al giorno… Spero che il prossimo Convegno ecclesiale, sia per la Chiesa italiana che per i fiorentini, possa essere un momento di spinta e di avvicinamento ad una Chiesa che sta tentando, con Papa Francesco, di aprirsi sempre di più, in tutte le direzioni, cercando di avvicinarsi all’uomo senza aggettivi e senza distinzioni”. Il Logo che ha vinto per Firenze 2015 è un Logo fatto da giovani professionisti: quale messaggio vi sentite di inviare ai giovani?“Che da soli non si arriva da nessuna parte: essere insieme è un valore, è la prima vittoria. Per noi è anche una passione da condividere, e quindi vogliamo contagiare tutti. Lavorare in squadra permette di essere più creativi: nel confronto emerge sempre il meglio di ognuno, sia per le competenze che si acquisiscono nel rapporto con l’altro, sia per la possibilità di completarsi a vicenda. Per quanto ci riguarda… direi che è stato un buon matrimonio”.M. Michela Nicolais
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