Il messaggio di Francesco alla commissione anglicano - cattolica
Siamo uniti nel sangue dei martiri.
È il sangue dei “martiri”, dei cristiani di tutte le confessioni vittime di persecuzione, ad unire le Chiese cristiane al di là di ogni divisione. Lo ha detto Papa Francesco questa mattina incontrando i membri della Commissione internazionale anglicana-cattolica riunita in questi giorni a Roma per una nuova sessione di dialogo. “Esiste un legame forte che già ci unisce - ha detto il Papa -, al di là di ogni divisione: è la testimonianza dei cristiani, appartenenti a Chiese e tradizioni diverse, vittime di persecuzioni e violenze solo a causa della fede che professano. Il sangue di questi martiri nutrirà una nuova era di impegno ecumenico, una nuova appassionata volontà di adempiere il testamento del Signore: che tutti siano una cosa sola”. La situazione dei cristiani perseguitati è dunque uno sprone a proseguire nel cammino dell’unità. “La testimonianza di questi nostri fratelli e sorelle - ha infatti detto il Santo Padre - ci esorta ad essere ancora più coerenti con il Vangelo e a sforzarci di realizzare, con determinazione, ciò che il Signore vuole per la sua Chiesa. Oggi il mondo ha urgentemente bisogno della testimonianza comune e gioiosa, dei cristiani, dalla difesa della vita e della dignità umane alla promozione della pace e della giustizia”.
La Commissione di dialogo bilaterale tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana sta studiando la relazione tra Chiesa universale e Chiesa locale con particolare riferimento ai processi di confronto e di decisione sulle questioni morali ed etiche. Tra breve pubblicherà le cinque dichiarazioni comuni prodotte finora nella seconda fase del dialogo anglicano-cattolico, accompagnate dai relativi commenti e risposte. Papa Francesco si è congratulato di questo lavoro ed ha sottolineato come “la causa dell’unità non è un impegno opzionale e le divergenze che ci dividono non devono essere accettate come inevitabili”. Ed ha aggiunto: “Alcuni vorrebbero che, dopo cinquant’anni, ci fossero risultati maggiori quanto all’unità. Nonostante le difficoltà, non possiamo lasciarci prendere dallo sconforto, ma dobbiamo confidare ancora di più nella potenza dello Spirito Santo, che può sanarci e riconciliarci e fare ciò che umanamente sembra impossibile”. Il Santo Padre ha concluso il suo saluto esortando a “rispondere coraggiosamente ai ‘segni dei tempi’, che chiamano tutti i cristiani all’unità e alla testimonianza comune”.
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