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Messaggio per la GmG 2015: "giovani, non abbiate paura dell'amore vero"

Verso Cracovia 2016. Nel documento del Papa per la domenica delle Palme, l'invito ai giovani ad avere il coraggio di essere felici e di farsi poveri con i poveri.

Parole chiave: Gmg (45), papa Francesco (323), giovani (57)
Messaggio per la GmG 2015: "giovani, non abbiate paura dell'amore vero"

“Abbiate il coraggio di essere felici!”. Per due volte, nel Messaggio per la Gmg 2015 che coincide con la domenica delle Palme (29 marzo), Papa Francesco rivolge questa esortazione ai giovani. Nel documento, datato 31 gennaio, memoria di san Giovanni Bosco, e diffuso oggi dalla sala stampa vaticana, Francesco invita a proseguire il “pellegrinaggio spirituale” verso Cracovia, teatro nel luglio 2016 della prossima edizione internazionale della Gmg, sotto la guida delle beatitudini. La riflessione di quest’anno è dedicata alla sesta: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. “La parola beati, ossia felici - esordisce il Pontefice -, compare nove volte in questa che è la prima grande predica di Gesù (cfr Mt 5,1-12). È come un ritornello che ci ricorda la chiamata del Signore a percorrere insieme a Lui una strada che, nonostante tutte le sfide, è la via della vera felicità”. Dio “ha deposto nel cuore di ogni uomo e di ogni donna un desiderio irreprimibile di felicità, di pienezza”, ed è in Cristo che “si trova il pieno compimento dei vostri sogni di bontà e felicità”. Lui solo “può soddisfare le vostre attese tante volte deluse dalle false promesse mondane”. Ma il cuore, inteso come essere umano nella sua totalità, a volte si “inquina”. La questione, avverte il Papa, “tocca soprattutto il campo delle nostre relazioni”.

“Ognuno di noi”, il monito di Francesco, “deve imparare a discernere ciò che può ‘inquinare’ il suo cuore, formarsi una coscienza retta e sensibile”. Se è necessaria “una sana attenzione per la custodia del creato”, tanto più “dobbiamo custodire la purezza di ciò che abbiamo di più prezioso: i nostri cuori e le nostre relazioni”. Una “ecologia umana che ci aiuterà a respirare l’aria pura che proviene dalle cose belle, dall’amore vero, dalla santità”. I giovani, parola del Papa, hanno “il desiderio profondo di un amore vero, bello e grande”. “Non permettete che questo valore prezioso sia falsato, distrutto o deturpato” come avviene con “la strumentalizzazione del prossimo per i propri fini egoistici, talvolta come puro oggetto di piacere. Il cuore rimane ferito e triste in seguito a queste esperienze negative. Vi prego: non abbiate paura di un amore vero”. Dal Pontefice anche l’invito “a ribellarvi contro la diffusa tendenza a banalizzare l’amore, soprattutto quando si cerca di ridurlo solamente all’aspetto sessuale, svincolandolo così dalle sue essenziali caratteristiche di bellezza, comunione, fedeltà e responsabilità”. “vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio”, l’invito del Papa già formulato nell’incontro con i volontari alla Gmg di Rio 2013.

“L’invito del Signore a incontrarlo” è rivolto “ad ognuno di voi” assicura il Papa nel Messaggio per la domenica delle Palme. “Siamo tutti peccatori - dice ai giovani -, bisognosi di essere purificati dal Signore. Ma basta fare un piccolo passo verso Gesù per scoprire che Lui ci aspetta sempre con le braccia aperte, in particolare nel Sacramento della Riconciliazione”. Nella sua riflessione il Papa invita quindi alla preghiera e alla lettura delle Scritture, iniziando magari dai Vangeli. “Scoprirete che si può ‘vedere’ Dio anche nel volto dei fratelli, specialmente quelli più dimenticati: i poveri, gli affamati, gli assetati, gli stranieri, gli ammalati, i carcerati”. “Per entrare nella logica del Regno di Dio bisogna riconoscersi poveri con i poveri. Un cuore puro è necessariamente anche un cuore spogliato, che sa abbassarsi e condividere la propria vita con i più bisognosi”. L’esortazione, infine, a considerare seriamente l’eventuale chiamata al matrimonio e alla famiglia, non una vocazione “fuori moda”, tanto che l’intera comunità ecclesiale “sta vivendo un periodo speciale di riflessione sulla vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, e alla vita consacrata o al sacerdozio. A conclusione un pensiero a san Giovanni Paolo II che proprio trent’anni istituì le Giornate mondiali della gioventù.

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