Papa Francesco a Washington canonizzerà Fray Junípero Serra
L'apostolo della California sarà elevato agli onori degli altari il prossimo 23 settembre durante la visita del pontefice negli Stati Uniti.
Il prossimo 23 settembre, durante il suo viaggio apostolico negli Stati uniti, alle 16.30 Papa Francesco canonizzerà sulla spianata davanti al National Shrine a Washington fray Junípero Serra, una canonizzazione “straordinaria”, annunciata dal Pontefice lo scorso 15 gennaio durante il volo da Sri Lanka verso Manila. Lo ha annunciato questa mattina padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, introducendo la conferenza stampa di presentazione della Giornata di riflessione “Fray Junípero Serra, apostolo della California, testimone di santità”, in programma il 2 maggio a Roma, presso il Pontificio Collegio americano del Nord. Obiettivo della Giornata, promossa dal Collegio e dalla Pontificia Commissione per l’America Latina, “attirare l’attenzione sulle iniziative del Papa per la promozione dell’evangelizzazione, in modo particolare nel continente americano”, ha spiegato il cardinale Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione. La Giornata intende inoltre “diffondere la conoscenza sulla vita, la missione e la testimonianza di santità” del Beato e “favorire la devozione al prossimo futuro Santo, in preparazione del viaggio del Pontefice negli Stati Uniti”. Un “anticipo” di questo viaggio sarà la Messa presieduta da Francesco, il 2 maggio alle 12.15, al Pontificio Collegio.
Padre Vincenzo Criscuolo, relatore generale della Congregazione delle cause dei santi, ha presentato la Positio super canonitatione (quattro sezioni per un totale di 1.200 pagine) che tra qualche giorno “verrà sottoposta allo studio e alla valutazione dei cardinali e vescovi” della Congregazione. “L’evangelizzatore degli Stati Uniti”: così Papa Francesco ha definito fra Junipero (1713-1784): proprio “perché gli Usa sono stati la sua terra di missione, la canonizzazione si terrà in quel Paese”. P. Criscuolo ne ha ricordato la santità di vita, l’intensa attività apostolica, la fondazione di missioni in Messico e California, “l’intrepida difesa dei diritti degli indigeni, che chiamava suoi figli”, anche opponendosi ai governatori e ai viceré, testimoniata da 191 sue lettere. Infine la sottolineatura della sua attualità di fronte alle sfide della nuova evangelizzazione. Per Guzmán Carriquiry Lecour, segretario incaricato della vice-presidenza della Pontificia Commissione, si tratta di “un Santo per tutta l’America”. Il recupero della memoria ispanico-cattolica “arricchisce la storia e la vita” degli Stati Uniti e “aiuta ad abbattere muri di separazione tra ciò che è anglo e ciò che è ispanico, fra tradizione protestante e cattolica, tra Usa e America latina”, e prospetta “maggior comunione tra le Chiese e maggior e solidarietà tra le nazioni di tutto il continente”.
Per Carriquiry, questa canonizzazione consentirà inoltre ai molti milioni di ispanici che vivono negli Usa di non sentirsi più “stranieri ai margini della società”. Essi “potranno veramente affermare ‘we are Americans’ senza dover abbandonare le loro migliori tradizioni culturali e religiose”. La testimonianza di santità e l’esempio missionario di fra Junipero comportano per tutta la Chiesa Usa “un’accresciuta responsabilità nell’evangelizzazione degli ispanici”. “Tra cinque anni la popolazione di origine ispanica costituirà la metà della popolazione cattolica di questo grande Paese. Con essa è in gioco tutto il destino del cattolicesimo americano”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, p. Criscuolo ha precisato che si tratta di una “canonizzazione straordinaria”. Pur in assenza, “per mancanza di tempo”, di un miracolo approvato, ma “ce ne sono più di uno nella Positio, ben documentati”, in questo caso “Summus Pontifex iubet”. Sulla richiesta del Senato della California di rimuovere la statua del futuro santo dalla Gallery di Capitol Hill a Washington per sostituirla con quella di un’astronauta, Carriquiry mette in guardia dalla strumentalizzazione di alcune accuse mosse a fra Junipero che “non reggono il confronto con la verità storica”. Dal segretario la certezza che la Conferenza episcopale Usa “non mancherà di assumere iniziative per custodirne la vera memoria e proporre la sua testimonianza di santità e di missione per il bene di tutto il Paese”.
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