Papa Francesco: udienza, “buon giorno e buon cammino di Quaresima!”
La Quaresima inizia con un bagno di folla di circa 12mila persone che hanno riempito piazza San Pietro.
Il Santo Padre chiede di pregare per “il mio caro fratello Cirillo” e per il viaggio in Messico
Per il Papa la Quaresima inizia con un bagno di folla di circa 12mila persone, che lo hanno accolto festosamente in piazza san Pietro, dove è arrivato con la solita puntualità alle 9.30. Giunto davanti al sagrato, prima di percorrere come d’abitudine l’ultimo tratto a piedi, Francesco è sceso dalla jeep bianca e si è fermato a baciare e ad accarezzare un bambino disabile grave disteso su una barella. L’ha benedetto con un segno di croce sulla fronte e si è soffermato a parlare con una donna, presumibilmente la mamma, che visibilmente commossa ha consegnato un foglio al Papa. Francesco ha salutato anche i volontari barellieri, nella loro divisa azzurra e gialla. Tra i bambini che Francesco ha salutato lungo il percorso con la “papamobile” nei vari settori della piazza, c’era anche un bimbo avvolto in un pile a forma di orsacchiotto.
“Buon giorno e buon cammino di Quaresima!”. Il Papa ha cominciato l’udienza di oggi con questo speciale saluto, rivolto alle 12mila persone presenti in piazza. “È bello e anche significativo – ha proseguito a braccio – avere questa udienza proprio in questo Mercoledì delle Ceneri”. “Incominciamo il cammino della Quaresima”, l’augurio di Francesco a 40 giorni dalla celebrazione della Pasqua.
Il Giubileo “era una specie di condono generale, con cui si permetteva a tutti di tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio”. Lo ha ricordato il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi si è soffermato “sull’antica istituzione del giubileo, attestata nella Sacra Scrittura”. Quello di cui si parla nel Levitico, ha sottolineato Francesco, era “un popolo santo, dove prescrizioni come quella del giubileo servivano a combattere la povertà e la disuguaglianza, garantendo una vita dignitosa per tutti e un’equa distribuzione della terra su cui abitare e da cui trarre sostentamento. L’idea centrale è che la terra appartiene originariamente a Dio ed è stata affidata agli uomini e perciò nessuno può arrogarsene il possesso esclusivo, creando situazioni di disuguaglianza”. “In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà”, si legge nella Bibbia: “Secondo queste disposizioni – ha commentato il Papa – se qualcuno era stato costretto a vendere la sua terra o la sua casa, nel giubileo poteva rientrarne in possesso; e se qualcuno aveva contratto debiti e, impossibilitato a pagarli, fosse stato costretto a mettersi al servizio del creditore, poteva tornarsene libero alla sua famiglia e riavere tutte le sue proprietà”.
“Ognuno nel suo cuore pensi se ha troppe cose”. È un invito ad un esame di coscienza, per l’anno giubilare e all’inizio della Quaresima, quello rivolto a braccio dal Papa ai circa 12mila fedeli e pellegrini presenti oggi in piazza san Pietro. “Perché non lasciare a quello che non ha niente il dieci per cento, il cinquanta per cento…”, l’esortazione di Francesco: “Io dico che lo Spirito Santo ispiri ognuno di voi”, la sua preghiera, riferita all’impegno tipicamente giubilare di combattere “le situazioni di disuguaglianza”. “Oggi possiamo pensarlo e ripensarlo”, questo invito, l’attualizzazione del Papa sulla scorta del Giubileo descritto dalla Bibbia.
“Quante famiglie sono sulla strada, vittime dell’usura!”. Lo ha esclamato, a braccio il Papa, salutato dall’applauso dei circa 12mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro. “Ma per favore – ha proseguito sempre fuori testo – preghiamo perché in questo Giubileo il Signore tolga dal cuore di tutti noi questa voglia di avere di più dell’umanità: che ci faccia tornare generosi, grandi!”. “Quante situazioni di usura siamo costretti a vedere e quanta sofferenza e angoscia portano alle famiglie!”, ha proseguito Francesco: “Angoscia, e tante volte disperazione. Quanti uomini finiscono nel suicidio perché non ce la fanno, non hanno la speranza, non hanno la mano tesa che li aiuti, soltanto la mano che viene a fargli pagare gli interessi”. L’usura, ha ricordato il Papa, “è un grave peccato che grida al cospetto di Dio. Il Signore invece ha promesso la sua benedizione a chi apre la mano per dare con larghezza”. Proprio per questo, “la Sacra Scrittura esorta con insistenza a rispondere generosamente alle richieste di prestiti, senza fare calcoli meschini e senza pretendere interessi impossibili”, ha detto il Papa citando le prescrizioni del Levitico: “Se il tuo fratello che è presso di te cade in miseria ed è privo di mezzi, aiutalo, come un forestiero e ospite, perché possa vivere presso di te. Non prendere da lui interessi, né utili; ma temi il tuo Dio e fa’ vivere il tuo fratello presso di te. Non gli presterai il denaro a interesse, né gli darai il vitto a usura”. “Questo insegnamento è sempre attuale”, ha commentato.
“Il messaggio biblico è molto chiaro: aprirsi con coraggio alla condivisione. Tra concittadini, tra famiglie, tra popoli, tra continenti”. Con queste parole il Papa, al termine dell’udienza, ha sintetizzato il significato del Giubileo nelle Scritture. “Contribuire a realizzare una terra senza poveri vuol dire costruire società senza discriminazioni, basate sulla solidarietà che porta a condividere quanto si possiede, in una ripartizione delle risorse fondata sulla fratellanza e sulla giustizia”, ha aggiunto soffermandosi sulla parola “condivisione”. “Dare con larghezza” al nostro prossimo che è in difficoltà, è uno degli inviti della Bibbia per il Giubileo. “Lui ti darà il doppio, forse non con i soldi ma con altre cose, e sempre il Signore ti darà il doppio”, il commento del Papa a braccio. “E questa è la misericordia: e se noi vogliamo misericordia da Dio, incominciamo a farla noi”, l’invito finale per l’anno giubilare, salutato da un applauso dei circa 12mila fedeli presenti.
“Domani, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, ricorre la XXIV Giornata mondiale del malato, che avrà la sua celebrazione culminante a Nazareth”. Lo ha ricordato il Papa, prima di salutare i fedeli di lingua italiana. “Nel messaggio di quest’anno abbiamo riflettuto sul ruolo insostituibile di Maria alle nozze di Cana: ‘Qualsiasi cosa vi dica, fatela’”, ha proseguito al termine dell’udienza di oggi: “Nella sollecitudine di Maria si rispecchia la tenerezza di Dio e l’immensa bontà di Gesù misericordioso”. “Invito a pregare per gli ammalati e a far sentire loro il nostro amore”, l’esortazione di Francesco: “La stessa tenerezza di Maria sia presente nella vita di tante persone che si trovano accanto ai malati sapendo cogliere i loro bisogni, anche quelli più impercettibili, perché visti con occhi pieni di amore”.
Prima del triplice saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, il Papa a sorpresa ha chiesto di pregare per l’incontro con il Patriarca Kirill e l’imminente viaggio in Messico. “Tra poco – ha detto a braccio ai circa 12mila fedeli presenti oggi in piazza san Pietro – partirò per il mio viaggio apostolico in Messico, ma prima mi recherò a L’Avana per incontrare il mio caro fratello Cirillo”. “Affido alle preghiere di tutti voi – ha proseguito sempre fuori testo Francesco – sia l’incontro con il patriarca Cirillo sia il viaggio in Messico”.
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