"Rispondere al male con il bene". L'Angelus integrale di Francesco di oggi
La preghiera mariana e la riflessione del Santo Padre. Il dolore del Papa per le vittime di quanto sta accadendo nella Repubblica Democratica del Congo.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel Vangelo di questa domenica (Mt 5,38-48) – una di quelle pagine che meglio esprimono la “rivoluzione” cristiana – Gesù mostra la via della vera giustizia mediante la legge dell’amore che supera quella del taglione, cioè «occhio per occhio e dente per dente». Questa antica regola imponeva di infliggere ai trasgressori pene equivalenti ai danni arrecati: la morte a chi aveva ucciso, l’amputazione a chi aveva ferito qualcuno, e così via. Gesù non chiede ai suoi discepoli di subire il male, anzi, chiede di reagire, però non con un altro male, ma con il bene. Solo così si spezza la catena del male, e cambiano veramente le cose. Il male infatti è un “vuoto” di bene, e non si può riempire con un altro vuoto, ma solo con un “pieno”, cioè con il bene. La rappresaglia non porta mai alla risoluzione dei conflitti.
Per Gesù il rifiuto della violenza può comportare anche la rinuncia ad un legittimo diritto; e ne dà alcuni esempi: porgere l’altra guancia, cedere il proprio vestito o il proprio denaro, accettare altri sacrifici (cfr vv. 39-42). Ma questa rinuncia non vuol dire che le esigenze della giustizia vengano ignorate o contraddette; al contrario, l’amore cristiano, che si manifesta in modo speciale nella misericordia, rappresenta una realizzazione superiore della giustizia. Quello che Gesù ci vuole insegnare è la netta distinzione che dobbiamo fare tra la giustizia e la vendetta. (...) Ci è consentito di chiedere giustizia; è nostro dovere praticare la giustizia. Ci è invece proibito vendicarci o fomentare in qualunque modo la vendetta, in quanto espressione dell’odio e della violenza.
Gesù non vuole proporre un nuovo ordinamento civile, ma piuttosto il comandamento dell’amore del prossimo, che comprende anche l’amore per i nemici: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (v. 44).E questo non è facile. Questa parola non va intesa come approvazione del male compiuto dal nemico, ma come invito a una prospettiva superiore, magnanima, simile a quella del Padre celeste, il quale «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (v. 45). Anche il nemico, infatti, è una persona umana, creata come tale a immagine di Dio, sebbene al presente questa immagine sia offuscata da una condotta indegna.
Quando parliamo di “nemici” non dobbiamo pensare a chissà quali persone diverse e lontane da noi; parliamo anche di noi stessi, che possiamo entrare in conflitto con il nostro prossimo, a volte con i nostri familiari. Nemici sono coloro che parlano male di noi, che ci calunniano e ci fanno dei torti. A tutti costoro siamo chiamati a rispondere con il bene, che ha anch’esso le sue strategie, ispirate dall’amore.
La Vergine Maria ci aiuti a seguire Gesù su questa strada esigente, che davvero esalta la dignità umana e ci fa vivere da figli del nostro Padre che è nei cieli. Ci aiuti a praticare la pazienza, il dialogo, il perdono, e ad essere così artigiani di comunione e di fraternità nella nostra vita quotidiana, soprattutto nella nostra famiglia.
Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle,
continuano purtroppo a giungere notizie di scontri violenti e brutali nella regione del Kasai Centrale della Repubblica Democratica del Congo. Sento forte il dolore per le vittime, specialmente per tanti bambini strappati alle famiglie e alla scuola per essere usati come soldati. Questa è una tragedia, i bambini soldato. Assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera, anche per il personale religioso e umanitario che opera in quella difficile regione; e rinnovo un accorato appello alla coscienza e alla responsabilità delle Autorità nazionali e della Comunità internazionale, affinché si prendano decisioni adeguate e tempestive per soccorrere questi nostri fratelli e sorelle.
Preghiamo per loro e per tutte le popolazioni che anche in altre parti del Continente africano e del mondo soffrono a causa della violenza e della guerra. Penso, in particolare, al caro popolo pachistano, colpito da crudeli atti terroristici nei giorni scorsi. Preghiamo per le vittime, per i feriti e i familiari. Preghiamo ardentemente che ogni cuore indurito dall’odio si converta alla pace, secondo la volontà di Dio.
Preghiamo un attimo in silenzio. Ave Maria...
Saluto tutti voi, famiglie, associazioni, gruppi parrocchiali e singoli pellegrini provenienti dall’Italia e da varie parti del mondo.
In particolare, saluto gli studenti di Armagh (Irlanda), i fedeli delle diocesi di Asidonia-Jerez, Cádiz y Ceuta e Madrid in Spagna; il Movimento giovanile Guanelliano, i cresimandi di Castelnuovo di Prato e i pellegrini di Modena e Viterbo.
A tutti auguro una buona domenica, una bella giornata. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Buon pranzo e arrivederci!
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento