"Si segue Gesù per servire gli altri, non per servirsi degli altri"
Incontro nella St. Mary's School di Nairobi per Francesco insieme al clero keniota.
“L’anima di un religioso che non prega è un’anima brutta”. Ne è convinto il Papa, che parlando a braccio nella sua lingua nativa al clero kenyota ha raccomandato: “Non smettete mai di pregare, non lasciate la preghiera!”. “Un messaggio che viene dal mio cuore per voi”, le sue parole: “Che non vi allontaniate da Gesù, questo vuol dire non smettere mai di pregare”. “Qualche volta è così noioso pregare, ci si stanca, ci si addormenta”, ha ammesso Francesco: “Va bene, dormite davanti al Signore, questo è un modo di pregare. Ma rimanete lì, davanti a lui”. “Se si mette da parte la preghiera, l’anima si secca, si inaridisce, come questi rami secchi che sono brutti”, la metafora papale: “Vi lascio questa domanda: tolgo del tempo al sonno, alla radio, alla televisione, alle riviste per pregare, oppure preferisco queste altre cose?”. “Si segue Gesù per servire gli altri, non per servirsi degli altri”. È la consegna finale del Papa al clero riunito a Nairobi. “Tutti coloro che si sono lasciati scegliere da Gesù – ha osservato Francesco nel discorso a braccio, pronunciato in spagnolo – sono lì per servire il popolo di Dio, per servire i poveri, i più scartati, i più lontani della società, i bambini e gli anziani, per servire anche le persone che non hanno coscienza della superbia e del peccato che loro stessi vivono, per servire Gesù”. “Lasciarsi scegliere da Gesù significa lasciarsi scegliere per servire, non per essere servito”, ha ammonito il Papa: “Circa un anno fa – ha raccontato – c’era un incontro di sacerdoti, durante gli esercizi spirituali ogni giorno c’era un turno di sacerdoti che dovevano servire a tavola. Alcuni di loro si lamentavano, ‘noi dobbiamo essere serviti, noi abbiamo pagato per essere serviti’”. “Mai questo nella Chiesa!”, ha esclamato Francesco: “Servire, non servirsi degli altri”. “Mi diceva un cardinale anziano, aveva un anno più di me – ha proseguito il Papa – che quando andava ai cimiteri, dove erano sepolti missionari e missionarie, religiosi e religiose erano sepolti, che avevano dato la loro vita si domandava: perché queste persone non vengono canonizzate domani?”. “Perché hanno passato la loro vita servendo”, la risposta. “Mi tocca l’anima”, ha confessato il Papa, “mi emoziona sentire un sacerdote, una religiosa dire: ‘Sono 30, 40 anni che sono in questo ospedale o nella missione’. Quest’uomo ha capito che si segue Gesù per servire gli altri, non per servirsi degli altri”.
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