"Un proposito per il 2016? Pregare di più"
Incontro di papa Francesco in Aula Paolo VI con 6mila Pueri cantores. La lotta tra il bene e il male, la possibilità che il mondo migliori, il grande valore della musica fra i temi dibattuti grazie alle domande dei bambini.
Mi piace sentire cantare, ma se io cantassi sembrerei un asino, perché non so cantare”. Lo ha rivelato il Papa, rispondendo a braccio alle domande dei circa seimila Pueri Cantores, provenienti da ogni parte del mondo, presenti oggi in Aula Paolo VI.
Musica. “Neppure so parlare bene, perché ho un difetto nel modo di parlare, non nella fonetica, ma mi piace tanto sentire cantare”, ha proseguito Francesco, che parlando sempre a braccio ha raccontato un aneddoto, riferito a lui e ai suoi quattro fratelli: “Da bambini, la mamma, il sabato alle due di pomeriggio, ci faceva sedere davanti alla radio per sentire: tutti i sabati, si faceva la trasmissione di un’opera, e la mamma ci insegnava com’era quell’opera, e da bambino ho sentito il piacere di sentire cantare, ma mai ho potuto cantare”. “Invece uno dei miei nonni, che era falegname – ha proseguito Francesco – mentre lavorava cantava sempre, e il piacere di sentire cantare mi viene da bambino. Mi piace tanto la musica e il canto”. Per Francesco "il canto educa l’anima, fa bene all’anima”. “Quando la mamma fa addormentare il bambino, non gli dice ‘uno, due, tre’, gli canta la ninna nanna, e gli fa bene all’anima e il bambino è tranquillo e si addormenta”. “Sant’Agostino dice una frase molto bella: ognuno di voi deve impararla nella propria lingua”, l’invito del Papa: “canta e cammina”. “La vita cristiana è un cammino, ma un cammino gioioso, e per questo canta”, ha sottolineato Francesco: “Ognuno lo dica nella sua lingua: canta e cammina!”, il suo invito. “E così la tua anima godrà di più la gioia del Vangelo”, il commento. Rispondendo alle domande di un bambino su come fa ad essere buono, Francesco ha detto che il segreto è “avvicinarsi al Signore”. “Chiedo al Signore che non sia tanto peccatore, tanto cattivo – ha spiegato – che non faccia cattiverie a nessuno, che non abbia gelosie, invidie, che non mi mischi a delle cordate. Chiedo la grazia di essere buono, perché solo Dio è buono. Lo diciamo insieme ognuno nella propria lingua? Solo Dio è buono”.
Un proposito per il 2016. Spiegando ai bambini che anche il Papa qualche volta “mi arrabbio ma non mordo”, Francesco ha spiegato che "arrabbiarsi fa male non solo alle altre persone, ma a te stesso, avvelena te stesso”, per questo ha sottolineato come "c'è tanta gente che ha l'anima amara". Per il pontefice la strada da percorrere è quella della preghiera. E questo, per Bergoglio, è anche un proposito per il nuovo anno. “Pregare di più”. “I vescovi devono reggere il popolo di Dio prima di tutto con la preghiera, è il primo servizio”. “Per un vescovo il primo compito è la preghiera: non si può essere vescovo nella Chiesa senza la preghiera al primo posto, poi viene l’annuncio del Vangelo”. “In questi giorni – le parole del Papa – ho pensato che un buon proposito per l’Anno Nuovo sarebbe questo: pregare un po’ di più, perché la Chiesa va avanti con la preghiera dei santi”. “Pregate per la Chiesa”, l’invito ai bambini”.
Volevo fare il macellaio. “Se vi dico la verità, vi farò ridere” - ha detto ancora Francesco scherzando sulla domanda: “Quando eri piccolo, cosa sognavi di diventare?”. “Quando ero piccolo pensavo di diventare macellaio”, ha confessato: “Andavo più spesso con la nonna, ma anche con la mamma, al mercato a fare la spesa, non c’erano supermarket, non c’era la televisione… Il mercato era sulla strada e si comprava tutto. Un giorno a tavola mi è stato domandato: cosa ti piacerebbe diventare da grande? Il macellaio, ho risposto, perché il macellaio era uno che prendeva il coltello e faceva i pezzi. Era un’arte, mi piaceva guardarlo”.
Il mondo migliorerà? “C’è tanta gente che soffre nel mondo, ci sono le guerre, ma quante guerre!”. Così il Papa ha risposto a braccio alla domanda su quante possibilità ci sono che il mondo migliori. “Voi avete il dono di Dio, di cantare, di essere felici – ha proseguito – ma ci sono bambini che non hanno da mangiare nel mondo, che non possono andare a scuola perché c’è la guerra, la povertà o non ci sono le scuole, ci sono bambini che, quando si ammalano, non hanno la possibilità di andare in ospedale”. “Pregate per questi bambini”, l’invito ai Pueri Cantores, ai quali ha assicurato: “Il mondo può migliorare, ma nel mondo c’è la lotta fra il bene e il male, dicono i filosofi, tra il diavolo e Dio, ancora questo esiste. Quando a ognuno di noi viene voglia di fare una cattiveria, quella piccola cattiveria è un’ispirazione del diavolo. Si fa il male nelle piccole cose come nelle grandi cose, e questa lotta tra il diavolo e Dio, dice la Bibbia, continuerà fino alla fine”. “Tutti noi abbiamo dentro un campo di battaglia, abbiamo grazie e tentazioni”, le parole di Francesco: “Il diavolo fa delle sue, ma anche Dio fa delle sue”.
Ma il bene vincerà. “Non lasciamoci ingannare: nel mondo ci sono cose brutte, ma ci sono cose sante, ci sono i santi nascosti, quelli che noi non vediamo”. È il congedo del Papa dai Pueri Cantores, che ha messo in guardia dall'”attrazione verso il male”, a causa della quale “sembra che piace di più guardare cose brutte che cose belle, grandi”. “C’è tanta gente santa, nelle famiglie, tanti nonni e nonne che portano avanti la malattia e i problemi, e questo non si vede in televisione, perché non ha pubblicità”, ha ammonito il Papa, che ha citato anche il recente viaggio in Africa e l’opera dei tanti missionari e missionarie. “Qui in Italia – ha proseguito – ho scoperto tante associazioni di uomini e di donne che danno parte del loro tempo per assistere, accompagnare, essere badanti di ammalati: questo è buono, ma non si vede nella pubblicità”. “Se vuoi un writing – le parole di Francesco – sia giornalistico che in tv, fai soltanto vedere cose brutte, per le cose buone la gente si annoia”. “C’è la lotta tra il bene e il male, la lotta fra Dio e il diavolo – ha concluso il Papa – ma c’è anche tanta gente sana, che dà la vita per aiutare gli altri”.
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