Attentare alla natura e all'ambiente significa colpire la vita stessa dell'umanità
L'appello dell'Ufficio per la Pastorale del Lavoro della Diocesi di Locri sul numero del mensile diocesano Pandokeion interamente dedicato all'estate di fuoco. L'omelia di monsignor Oliva contro i piromani.
In merito agli incendi divampati anche nel territorio della Diocesi di Locri-Gerace, i componenti dell’équipe dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, la Salvaguardia del Creato, Giustizia e Pace, insieme al Vescovo, S.E. monsignor Francesco Oliva, sono intervenuti attraverso la seguente nota del Direttore dell’Ufficio, don Tonino Saraco. "L'atteggiamento che deve caratterizzare l'uomo di fronte al creato è essenzialmente quello della gratitudine e della riconoscenza: il mondo, infatti, rinvia al mistero di Dio che lo ha creato e lo sostiene" (CDSC, n. 487). Con le parole della Dottrina Sociale della Chiesa desideriamo aprire questo nostro accorato appello affinché i responsabili dei tanti incendi, che stanno devastando il paesaggio della nostra terra, si fermino. Attentare alla natura e all'ambiente significa colpire la vita stessa dell'umanità. Chi si macchia di tali atti non può essere in comunione con Dio. Le nostre montagne sono un patrimonio di bellezza, che abbiamo il dovere di custodire e proteggere. La natura che ci circonda rappresenta la ricchezza più grande che il Creatore ci ha lasciato in eredità, ma è fragile e, come tale, va preservata costantemente e da tutti. La ricca biodiversità di questo territorio è una risorsa preziosa per la nostra quotidianità e non possiamo permettere che venga distrutta. Ettari ed ettari di macchia mediterranea stanno andando in fumo e per tutto questo non possiamo non indignarci e lanciare un grido di dolore e di allarme. Nel mentre ringraziamo tutti coloro che, con senso di responsabilità e intenso sacrificio, si stanno prodigando per spegnere i tanti incendi attivi, desideriamo appellarci ai nostri concittadini affinché segnalino, senza ritardo, eventuali focolai, anche i più piccoli e perché denuncino eventuali piromani. Chi brucia, infatti, non sta cancellando solo il presente, ma distrugge anche e soprattutto il futuro della nostra terra. Custodire e salvaguardare il nostro ambiente è un dovere di tutti e di ciascuno, al quale non possiamo sottrarci, sarebbe come rinunciare alla vita.
Il Vescovo, monsignor Francesco Oliva, nella sua omelia per i funerali di un uomo morto per spegnere un incendio, ha detto con forza: "Sono le mani di coloro che senza scrupoli distruggono il verde, la natura, gli alberi, l’ambiente. Uccidono la vita, perché distruggono il creato, quel meraviglioso giardino che Dio ha fatto per noi ed ha affidato alle nostre cure. E così spengono la speranza. Chi brucia sta cancellando non solo il presente della nostra terra, ma anche il futuro, non crede nella vita e neppure in Dio, rompe la comunione con Lui e con la comunità credente. Dimentica che attentare alla natura e all'ambiente è far morire l'umanità e Dio che l’ha creata. La natura è un dono del suo amore, è la ricchezza più grande che ci ha consegnato, un dono che ha affidato alla nostra responsabilità. Custodire e salvaguardare l’ambiente è un dovere, al quale non possiamo sottrarci, sarebbe un rinunciare alla vita. Occorre difenderlo dai piromani. Essi sono nemici dell’umanità, responsabili di un crimine contro la famiglia umana; mettono a rischio persino la vita di coloro che, con senso di responsabilità e fatica, lavorano e si prodigano per spegnere gli incendi. Faccio difficoltà a pensare che possano essere fedeli che frequentano le nostre chiese, che chiedono i sacramenti e festeggiano i Santi Patroni. Non si può pensare di aver fede in Dio e nello stesso tempo distruggere la natura. Come possiamo dire di credere in Dio, di servirlo e di ascoltare la sua voce, se distruggiamo la sua opera?
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