DALLE DIOCESI
La prima storica Domenica delle Palme senza fedeli dei Vescovi calabresi - 1
Mancano i fedeli, ma il Signore è presente nelle chiese cattedrali dove nella giornata di oggi i Vescovi calabresi hanno celebrato.
Oppido Mamertina - Palmi. “Il sacrificio di non poter trovarsi in Chiesa viene ripagato dall’aver la Chiesa in casa”. Lo ha detto monsignor Francesco Milito, vescovo di Oppido Mamertina – Palmi, presiedendo nella concattedrale palmese la celebrazione. “Il periodo che stiamo attraversando ci predispone a vivere questa Settimana santa in forme inedite rispetto al passato, con uno spirito più compenetrato del dramma in atto a livello mondiale e, per ciò, spinti ad una preghiera per sé e per i propri cari, che si allarga a tutti gli abitanti del pianeta”. Mons. Milito ha evidenziato che “siamo in perfetta sintonia con il significato proprio della Pasqua”. Infatti, “la meditazione sulla Passione e Morte del Signore, offerta al Padre per la salvezza del mondo, ci rende solidali con le paure e le ansie di tanti fratelli, ma anche sorretti dalla certezza della vittoria sul male presente”. La certezza del presule è che “vita nuova sarà, e pregheremo ardentemente che sia quella che riprenderemo, fugate ansie, scoraggiamenti, pericoli, frutto della presente pandemia”. Da qui l’invito: “Impostiamo, a partire dal significato di questa Domenica della Passione del Signore, i giorni che verranno e la domenica di Pasqua nella risurrezione del Signore forse potremo gustarla e lasciandoci avvolgere nella sua luce di radiosa delle cose celesti più di altri anni”.
Catanzaro - Squillace. “Mancano i fedeli, manca la comunità, ma non manca il Signore: egli è presente nei nostri cuori”. Lo ha detto monsignor Vincenzo Bertolone, celebrando l’eucarestia nella Domenica delle Palme nella chiesa dell’Immacolata. “Sono giorni tristi, senza dubbio, ma sta a noi sapere cogliere, grazie all’aiuto che ci viene dalla parola di Dio e dai riti della Settimana santa, gli insegnamenti del Signore” – ha detto il presule -. Il primo pensiero di mons. Bertolone “va a chi ha perso la vita, soprattutto a quanti non hanno avuto la gioia di stringere la mano ai propri cari; ma anche a chi soffre, lotta, è solo o è a casa preoccupato. Penso ai medici, agli infermieri, a tutti quanti sono impegnati nel rendere i servizi in ogni città e comune”. Per questo, il presule ha evidenziato che “in questa circostanza stiamo vedendo come l’amore, che è il distintivo del cristiano, si manifesta e unisce tutti”. L’arcivescovo catanzarese ha invitato ad avere “coraggio, continuando ad avere fiducia nel Signore; cogliamo al meglio questi momenti, utilizzando santamente questo tempo di silenzio”.
Lamezia Terme. “L’agonia di Gesù è l’agonia di tutti i nostri fratelli e sorelle. Il Signore è in agonia con tutti quelli che soffrono in questa pandemia. Lo ha detto il vescovo di Lamezia Terme, mons. Giuseppe Schillaci nella celebrazione in Cattedrale. “Come per Gesù nel Getsemani, anche in questi giorni i nostri sentimenti sono la tristezza e l’angoscia” – ha detto il presule -. “In questa Settimana santa particolare accogliamo Gesù nelle nostre case”, perché “contemplare il Signore Gesù nella sua Passione e Morte in questi giorni è occasione per noi per fare un vero esame di coscienza”. “Lasciamoci interpellare – ha concluso mons. Schillaci - dalla Parola della Croce, Parola esigente e vera che apre il nostro cuore, per non pensare più a noi stessi ma agli altri. Per pensare a chi soffre, a chi è povero, a chi è invisibile, a chi non ha niente di niente”.
Cassano all'Jonio. "Gesù, con la sua passione, morte e resurrezione, compie e proclama l’azione salvifica di Dio; noi celebriamo la sua Pasqua come Pasqua della Chiesa, come il passaggio dei cristiani dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita, dalla disperazione alla speranza". Lo ha detto nel suo messaggio per questa domenica monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all'Jonio. "Questa è la rinascita che supplichiamo come frutto della Settimana Santa, perché il popolo di questa Diocesi possa passare dall’oscurità della corruzione e della illegalità, dalle umiliazioni, da una vita alienata e alienante, perché priva dell’autentica libertà, all’onestà, alla trasparenza, alla verità".
Locri- Gerace. Il vescovo, monsignor Francesco Oliva, ha iniziato le celebrazioni presso la Casa Circondariale di Locri. In pieno rispetto delle normative decretate dal Governo, il Vescovo ha benedetto gli ulivi e trasmesso un messaggio ai detenuti, i quali non hanno potuto assistere al rito, ma successivamente ritirare nella Cappella i ramoscelli benedetti.
Per esaudire una richiesta che gli è stata fatta dagli stessi detenuti, monsignor Oliva ha portato loro in dono un organetto e un tamburello. Questi strumenti molto diffusi in Calabria per accompagnare il ballo della tarantella, saranno utilizzati quando sarà possibile organizzare all’interno della Casa Circondariale dei corsi musicali. Il dono della musica potrà certamente favorire la collaborazione, creare sana aggregazione e armonia di relazioni umane.Monsignor Oliva sarà nuovamente presso la Casa Circondariale nella giornata del Mercoledì Santo, in quella occasione -con le dovute precauzioni e limitazioni previste dalle ordinanze ministeriali- farà un giro tra i reparti e rivolgerà un augurio personale ad ogni detenuto che incontrerà nelle celle per riaffermare che la speranza della Pasqua è gloria del Risorto! Ogni confine di morte, di paura, di solitudine è riscattato dalla vittoria della vita, liberata da ogni tipo di sconfitta e di morte.
San Marco - Scalea. Monsignor Leonardo Bonanno ha presieduto, senza concorso di popolo, la celebrazione eucaristica nella Domenica delle Palme nella cattedrale di San Marco. Per la ricorrenza pasquale il Vescovo ha augurato al clero e alle comunità ecclesiali della diocesi "di poter crescere nella vita secondo lo Spirito in comunione con i nostri fratelli che sono nella prova".
Mileto - Nicotera - Tropea. “In questi giorni ci stiamo rendendo conto della precarietà della vita e ci stiamo rendendo conto che qualcosa nella nostra dovrà cambiare per recuperare un maggiore senso di umanità e solidarietà vicendevole”. Lo ha detto nell’omelia della Domenica delle Palme presieduta in cattedrale mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto – Nicotera – Tropea. Il presule, che ha rivolto un saluto ai malati, ai medici, nonché a quanti “temono per la propria azienda e il proprio lavoro”, ha evidenziato che “il coronavirus più terribile che ci può contagiare resta l’egoismo e la chiusura totale davanti ai problemi degli altri”. Per mons. Renzo, “questa domenica delle palme ci aiuta a riflettere sul valore della condivisione cristiana, a partire da Gesù, che ci invita a vivere relazioni umane più belle”.
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