Mons. Oliva (Locri-Gerace), “rattristato per il danno” fatto al Santuario di Polsi
La lettera di mons. Oliva ai giovani dopo gli oltraggi al Santuario di Polsi.
“Anch’io come voi, giovani di San Luca, sono devoto alla Madonna della Montagna di Polsi. Ma sono molto rattristato per il danno che hanno fatto molti, che, pur dicendosi cristiani, non hanno rispettato quel luogo sacro, lo hanno profanato con i loro progetti criminali. C’è in me tanta sofferenza al pensiero che la vostra e la nostra fede nella Madonna della Montagna di Polsi possa essere stata macchiata da alcuni che hanno scelto la via del malaffare”. È quanto scrive il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, in una lettera ai giovani di San Luca che ieri avrebbero dovuto ricevere il sacramento della Cresima. Il 6 giugno scorso il presule, infatti, aveva chiesto alla comunità cristiana di San Luca di dedicare una Giornata di penitenza e di digiuno con momenti di riflessione e preghiera mercoledì 21 giugno sospendendo “la prevista amministrazione delle Cresime agli adulti”. La decisione del presule avveniva dopo alcuni fatti. Tra questi l’arresto di “un noto pregiudicato”, dopo anni di latitanza e le immagini del saluto “riverente” con “baciamano” a lui riservato. “Abbiamo rimandato, solo perché volevo iniziare a condividere con voi una riflessione che presto proporrò a tutti i cresimandi adulti della diocesi”, scrive il vescovo che si dice “preoccupato” di un fenomeno “sempre più in crescita: molti dopo aver ricevuto la cresima si allontanano dalla Chiesa e abbandonano definitivamente la pratica religiosa. Tanti cresimati, ma poco cambia nella loro vita personale. Tutto va avanti come sempre e poco appare la forza rinnovatrice dei Sacramenti nella vita di coloro che li ricevono. Come vorrei – auspica mons. Oliva – che tutti coloro che ricevono la cresima diventassero lievito nel mondo, capaci di dare un apporto decisivo al rinnovamento sociale e civile dei nostri piccoli paesi!”.
“Noto una grave dissonanza tra la fede che si dice di professare e la vita che si conduce”. Nella lettera il vescovo ricorda la visita di papa Francesco in Calabria, il 21 giugno 2014. In quella occasione, a Sibari, “dichiarò scomunicati i mafiosi. Quella ormai nota omelia rimane una grande pagina di riflessione spirituale, un programma d’impegno morale e civile per tutti”. Mons. Oliva è “certo” che le sorti di San Luca “sono nelle mani dei suoi cittadini. È possibile riprendere la via del bene e della rinascita civile e sociale. Dipende da ciascuno di voi. Nessuno può attribuirvi colpe che non avete. Ma ognuno deve fare la propria parte scegliendo di seguire la via del bene e lottando contro ogni forma di illegalità e di male. Ci sono tanti segni che manifestano il bel volto di San Luca nel mondo: i tanti giovani che si affermano nel mondo della cultura, del commercio e delle attività artigianale e sportive”. Da qui la richiesta ai cresimandi: “Preparatevi ad essere cristiani coraggiosi, forti e coerenti. Non mischiate la vostra fede con le scelte che vanno contro il Vangelo. Pensate un po’: che senso avrebbe la cresima se poi non continuate il cammino di fede, che senso ha rispettare antiche tradizioni popolari e pie pratiche se poi non si vive bene e si fa il male. Siate cristiani liberi. Non lasciatevi contaminare dal fascino della ricchezza e dal facile guadagno, dalla ricerca di un benessere solamente materiale. Non cadete nelle mani di quanti vogliono sfruttarvi e vi propongono l’illegalità ed il malaffare. Oggi c’è bisogno di cristiani adulti nella fede che siano anche buoni cittadini, partecipi nell’edificazione della città terrena”.
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