La nascita di Gesù e Maometto? Quest'anno coincide!
Quest’anno la celebrazione della nascita di Gesù coincide con quella del Profeta Maometto. Il Mawlid sarà celebrato dal mondo islamico il 24 dicembre in terra araba e il 25 dicembre nel resto del pianeta. E’ la prima volta che succede da 457 anni. Don Cristiano Bettega (Cei): “E’ come due voci che possono intonare un canto insieme”. E dalla Francia, padre Vincent Feroldi parla di "un segno di Dio, in questi tempi difficili in cui la pace annunciata dagli angeli, la notte di Natale, è minacciata dalla follia degli uomini”.
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Quest’anno la celebrazione della nascita di Gesù coincide con quella del Profeta Maometto. Il Mawlid sarà celebrato dal mondo islamico il 24 dicembre in terra araba e il 25 dicembre nel resto del pianeta. E’ la prima volta che succede da 457 anni. Bisogna risalire al 1558 per trovare una simile configurazione temporale, visto che i musulmani utilizzano un calendario che si basa su una scansione del tempo puramente lunare. La notizia è apparsa sommessamente nei media italiani mentre da qualche giorno, media algerini e marocchini hanno fortemente sottolineato la coincidenza storica. Una certa rilevanza alla notizia è stata data in Belgio mentre in Francia, il programma “Islam” in onda su France 2 il 27 dicembre ne farà il tema del giorno. Attorno all’evento si sono mobilitate alcune diocesi francesi, da Metz, ad Angers a Lille. “E’ come due voci che possono intonare un canto insieme”.
Così don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo, commenta la coincidenza delle due date. “Non credo molto nelle coincidenze – osserva il direttore dell’ufficio Cei -. Penso piuttosto che se crediamo che Dio guida la storia, allora dobbiamo anche credere che questa assonanza di date può essere letta come una provocazione di Dio a costruire ponti e non muri. Le spiegazioni scientifiche sulla coincidenza delle date ci sono. Ma a noi credenti è richiesto di fare un passo in più e di leggere la storia con occhi di fede”. “Anche questa può diventare un’ulteriore occasione di dialogo per scoprire quanto di bello e di buono ci sono nelle nostre tradizioni”.
Non si tratta di cedere al sincretismo. Gesù, Verbo fatto carne, e il Profeta Maometto sono due “figure molto diverse tra loro” ma è indubbio che quest’anno musulmani e cristiani si trovano a celebrare nello stesso giorno la nascita di “due figure imprescindibili e preziose della storia. Come nessun cristiano può prescindere dal confronto con Cristo, Figlio di Dio fatto uomo – osserva don Bettega -, così nessun musulmano può prescindere dal confronto con Maometto, il Profeta della rivelazione coranica”. “Questa festa – spiega padre Vincent Feroldi, direttore del Servizio nazionale per le relazioni con i musulmani della Conferenza episcopale francese – permette ai musulmani di esprimere la loro riconoscenza al Profeta, di richiamare le sue virtù, di pregare e vivere un felice momento in famiglia”. In una riflessione pubblicata sul sito dell’episcopato francese, Feroldi scrive: “Siamo coscienti di ciò che ci unisce e di ciò che ci divide. Ma questa simultaneità delle feste è una grande opportunità di incontro e scambio”. E aggiunge: “in questa rarissima unità di date, molti vogliono vederci un segno di Dio, in questi tempi difficili in cui la pace annunciata dagli angeli, la notte di Natale, è minacciata dalla follia degli uomini”.
E’ l’Imam di Firenze, presidente delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii) Ezzedine Elzir a spiegare che cosa è il Mawlid, per i musulmani . “Mawlid è natale, è nascita”, dice. E celebrare la nascita del profeta Maometto “significa rivivere il suo messaggio, attualizzarlo e metterlo in pratica. In particolare il versetto coranico: ‘non ti abbiamo mandato se non una Misericordia per tutta l’umanità’”. Anche l’imam invita a non cedere ad alcun sincretismo. “Sono due figure storiche diverse”, dice. “Ma a prescindere dal dato storico che si è conciliato, noi dobbiamo cercare di vivere questo fatto come un’occasione per riflettere di più su come possiamo dialogare e conoscerci meglio gli uni e gli altri, senza cadere nel sincretismo.
“Questi momenti devono aiutare a scoprire le nostre radici, essere orgogliosi di noi stessi e accogliere la diversità”.
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