Bagnasco: "Gesù non esclude nessuno"
Il Presidente della CEI a Paola ha celebrato l'Eucarestia nel giorno della festa di San Francesco.
Nel prossimo numero di Parola di Vita intervista a tutto campo al porporato
"Gesù non esclude nessuno, siamo noi che a volte chiudiamo il cuore alle cose dello spirito. Ci chiudiamo con le nostre ostinazioni interiori, con la presunzione di saperne più degli altri, con l’egoismo della vita, vivendo distratti e presi da cose inutili. Quando pensiamo solo a noi stessi non vediamo più Dio: e cosi finiamo di non vedere neanche noi stessi, non sappiamo più chi siamo, smarriamo il senso delle cose di tutti i giorni, perdiamo di vista gli altri, tutto e tutti ci diventano estranei". Lo ha detto questa mattina il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, a Paola (Cs) nell'omelia della celebrazione in occasione della festa di San Francesco. La Santa Messa è stata concelebrata da monsignor Vincenzo Bertolone, presidente della Cec, monsignor Francesco Nolè, Arcivescovo di Cosenza - Bisignano, monsignor Luigi Renzo, Vescovo di Mileto - Nicotera - Tropea, monsignor Donato Oliverio, Vescovo di Lungro, e monsignor Salvatore Nunnari, Arcivescovo emerito di Cosenza - Bisignano. Il card. Bagnasco ha evidenziato come "lo vediamo nella nostra cultura occidentale, anche europea: quando si esclude Dio si perde di vista l'uomo".
"Solo lasciandoci amare da Dio diventiamo capaci di amare! Solo cosi riusciamo a fare il bene: le opere di misericordia, infatti, sono il frutto certo della fornace ardente a cui l’anima si scalda. Se non ci esponiamo all’amore di Gesù, il nostro agire potrà essere retto e utile, potrà soddisfare i bisogni degli indigenti, ma sarà freddo, non scalderà il loro cuore". Per il presidente dei Vescovi italiani, "chi stende la mano, cerca si il pane del corpo, ma cerca anche quello dell’anima, il pane del sorriso, dell’ascolto, della parola buona, il pane della fede, per non scoraggiarsi e ritrovare fiducia in se stessi, forza per continuare a lottare, per non arrendersi e lasciarsi andare".
Il presule, ponendo attenzione sulla "cultura di illusioni di miti che promettono la felicità a buon mercato ma in realtà tolgono tutto, ci fanno spogli e tristi". Si tratta della "cultura stanca dell'Europa" nei cui confronti "dobbiamo avere antidoti interiori e spirituali". "Dobbiamo alimentare l'anima con le preghiere in famiglia, dobbiamo alimentare l'anima dei nostri bambini, dei nostri giovani che sono i più esposti a una cultura di bugie nella quale tutti viviamo". Ricordando la figura di San Francesco, il card. Bagnasco ha ricordato come "dal roveto ardente della fede, dal cuore a cuore con Cristo nel segreto e nella solitudine, è nato nel nostro Santo lo stile di essenzialità e di penitenza, l’amore verso tutti, la potenza dei miracoli, la capacità di dialogare per l’unità dei popoli e delle culture. La carità è lasciarsi amare da Dio". Per il card. Bagnasco, "il messaggio di San Francesco è di grande attualità per la Chiesa e per il mondo: tocca ai suoi figli e a tutti noi darne gioiosa testimonianza perché il volto di Gesù brilli nell’anima angosciata del nostro tempo: gli uomini troppo spesso sono distratti, hanno bisogno di figure alte, di esempi che risveglino l’attenzione e facciano pensare in grande, che creino rapporti di benevolenza, di nobiltà ed eroismo nelle vicende quotidiane. Quanto eroismo quotidiano nel nostro popolo, nei semplici e negli umili".
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento