Il fascino intramontabile di don Bosco
"GrestinFest" al Seminario con centinaia di giovani della diocesi di Cosenza. La testimonianza di suor Rosetta Calì: "il metodo don Bosco è ancora attuale".
Il metodo di don Bosco non è archiviato, da museo, non è datato, ma si rinnova continuamente, e si rivela adatto per tutti i giovani del mondo intero, di tutte le razze, lingue e religioni”. La salesiana suor Rosetta Calì, educatrice, autrice di diverse pubblicazioni, è l’ospite d’onore del GrestInFest andato in onda al Seminario di Cosenza. Un evento di festa, targato Centro Sportivo italiano e Polisportiva Giovanile Salesiana, con i loro rappresentanti diocesani, Giorgio Porro e don Tonino Riccio, a fare gli onori di casa ai tanti giovani delle diverse parrocchie presenti. Festa vera, per tutti (sul nostro sito ve la facciamo vedere con un video, da Media partner quale è Parola di Vita). Ispiratore di tutto, in realtà, è quel San Giovanni Bosco di cui proprio quest’anno si celebra il bicentenario della nascita. Un santo per tutti, don Bosco, come racconta suor Rosetta. “Una mia consorella, che lavora in Tunisia, mi ha raccontato come riesce a operare con il metodo preventivo di don Bosco con giovani di religione musulmana (il metodo ruota su tre perni: ragione, amore e religione, ndr). Vada per la ragione e l’amorevolezza, ma come si fa con la religione, non potendo annunciare Cristo e il Vangelo?” Ecco la ricetta: “ci sono dei valori umani e morali che sono fondamentali per la persona umana. Questi la mia consorella trasmetteva”. E questo il fascino intramontabile di San Giovanni Bosco. “La stessa figura del Santo – continua suor Rosetta mentre iniziano balli e canti – lo rende un personaggio non solo italiano ed europeo, ma del mondo, un personaggio della Chiesa perché incarna in sé stesso e nel suo carisma quelle che dovrebbero essere le categorie fondanti dell’educatore”. Tra i meriti di don Bosco, quello di “aver tenuto conto dei problemi che man mano si presentavano nella vita dei giovani. Non si è irrigidito su determinate posizioni, ma è stato sempre aperto al nuovo. E questo insegna ancora oggi a noi, di aprirci a quelle che sono le novità pur non trascurando la fedeltà ai valori fondamentali, per una formazione integrale della personalità fino all’incontro con Dio”. Questo significa educare alla vita buona del Vangelo.
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