Mons. Nolé: "con la Pasqua un cuore pacificato che ama"
L'Arcivescovo ha ricordato la fedeltà di Dio che, con misericordia, supera le nostre incoerenze e l'incostanza della nostra vita.
"Questa notte, nell'esplosione dell'alleluia, delle luci, dei canti, dei fiori, abbiamo avuto quattro giovani che hanno ricevuto il battesimo, la cresima, l'Eucarestia. Per loro è stata la vera Pasqua, il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia". L'esempio di "quattro volti convinti" consente a monsignor Francesco Nolè di introdurre la riflessione nella celebrazione della domenica di Pasqua.
Dal peccato alla grazia, attraverso il pentimento. "Questo passaggio, quotidiano, ci fa diventare veramente figli e ci fa dimenticare il passato, ci fa amare veramente", la certezza di mons. Nolè. "Nessuno poteva pensare che il Figlio di Dio assumesse la nostra carne e compisse un cammino fino a essere ucciso e sepolto. La novità però è la resurrezione, e la novità di vita la riceve solo chi compie un cammino nuovo".
La Pasqua, però, non è una meteora. "Non basta l'alleluia di Pasqua. Ogni domenica dovremmo sentire l'urgenza di ricevere il Signore, di vivere con i fratelli e formare quella famiglia di Dio che Gesù è venuto a ricostruire attraverso la donazione della sua vita" - ha detto mons. Nolè. "Spesso non succede perché non siamo costanti, non abbiamo la fedeltà quotidiana per elevare il nostro livello di fede, di speranza e di amore. E non ci riusciamo perché non ci nutriamo di Cristo".
Per mons. Nolè, "l'Eucarestia è la misura del credente. C'è stato un periodo in cui è stato detto che una persona era cattolica se era praticante; un altro momento in cui si è detto che l'importante era essere una persona buona. Ora ci siamo resi conto che sono importanti entrambi. Non si può essere cattolici veri senza praticare, saremmo soltanto degli idealisti. E non saremmo cattolici veri senza nutrirci di Cristo, della Parola, dei sacramenti".
"Quante volte cerchiamo i segni per credere - l'altro passaggio dell'omelia di mons. Nolè con il commento del brano evangelico di Pietro e Giovanni che si recano al sepolcro. " il Signore ce li manda continuamente, ma spesso non li sappiamo leggere. Basta essere attenti e guardare con occhi limpidi, quelli della grazia, della misericordia. Di un cuore pacificato che non cova più odio, risentimento, invidia, ma sa solo amare. E chi ama dà tutta la vita per l'altro".
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