Mons. Nolè: occhi e cuori aperti
L'Arcivescovo ha ripreso gli incontri foraniali nella basilica del Beato Angelo di Acri. L'invito a impegnarsi per il bene, a non essere tentati di credere che il diavolo non esiste. La forania cratense ha accolto con grande gioia e partecipazione il nuovo pastore bruzio.
Il nostro Arcivescovo Nolè ha dedicato un'intera giornata alla forania cratense. Nella mattinata di oggi ha riunito i preti, facenti parti della forania, per fare comunione, per dialogare, per riflettere e per imparare a volersi bene. Così il Vescovo conclude la giornata, con la celebrazione dell' Eucarestia nella Basilica del Beato Angelo di Acri. Ci invita ad essere "splendidi, spaziosi e cristiani luminosi, come la Chiesa in cui siamo, ad accogliere il Signore e i nostri amici con la luce negli occhi, con i cuori aperti e le menti illuminate da Dio".
Una celebrazione partecipata e silenziosa, gli occhi curiosi dei fedeli presenti per ascoltare e conoscere il nuovo Vescovo, un coro di ragazzi e ragazze festoso e allegro, i ministranti e i diaconi, il servizio d'ordine, gli stessi frati del Santuario, volti sorridenti e gioiosi per collaborare e promuovere la crescita umana e cristiana di ognuno di noi. “Far crescere i desideri per il bene della nostra Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, incontrare noi, coinvolgere e conoscere nuovi volti, nuove storie, le diverse parrocchie ma con l'unico obiettivo, conoscere Gesù”. Con queste parole il vicario foraneo, don Sergio Groccia saluta ed accoglie il Vescovo, chiede inoltre a monsignor Nolè di guidarci e tenerci per mano, con la forza dell'amore di Dio di non far mancar mai il confronto e il dialogo.
Le parole del Vescovo non sono formali ma sostanziali, risponde e spiega con accuratezza e parsimonia le letture del giorno, un pensiero ai santi e ai beati del luogo, alle famiglie che con difficoltà devono discernere il bene dal male, per salvaguardare la crescita morale dei figli. Pone sempre degli interrogativi, durante le omelie per stimolarci a pensare e a riflettere, seguiamo l'esempio dei Santi dice e cerchiamo di essere più umili e disponibili, ascoltando e seguendo l'invito di Papa Francesco. “Il nostro cristianesimo è missionario? Cosa devo fare? Qual è il mio compito, la mia vocazione? Dobbiamo fare attenzione anche al seme cattivo, all'erbaccia, alla zizzania - ha proseguito l'Arcivescovo - per non incorrere nella più grande tentazione di far credere che il diavolo non esiste. Il male c'è e senza male non si distingue il bene, non pensiamo che è tutto lecito. Concludo dicendo - ha chiosato il presule: dobbiamo distinguerci per quelli che tra il bene e il male scelgono il bene per il nostro impegno educativo". Una preghiera al simulacro del Beato Angelo prima di congedarsi dalla folla che lo saluta con un fragoroso e caloroso applauso.
* Nostra inviata
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