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Asia Bibi è stata assolta

Oggi 31 ottobre, alle 9,20 del mattino (le 5.20 in Italia), la Corte Suprema del Pakistan ha dichiarato innocente la donna cristiana arrestata nel 2009 e condannata a morte nel 2010 per presunta blasfemia, ordinandone il rilascio immediato.

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Dopo quasi 10 anni di carcere in Pakistan

Asia Bibi è stata assolta. Oggi 31 ottobre, alle 9,20 del mattino (le 5.20 in Italia), la Corte Suprema del Pakistan ha dichiarato innocente la donna cristiana arrestata nel 2009 e condannata a morte nel 2010 per presunta blasfemia, ordinandone il rilascio immediato. Il tragico calvario di Asia Bibi è finito dopo oltre 9 anni di carcere, di isolamento e di sofferenza. 

Un fremito di commozione attraversa la sua famiglia (il marito Ashiq e cinque figli) e la comunità cristiana tutta, che ha atteso con ansia la sospirata fine di una vicenda durata quasi un decennio. «Siamo felicissimi. Il Signore ha ascoltato le preghiere di Asia di tutti coloro che le sono stati vicini. Oggi è un giorno bellissimo, che ricorderemo per tutta la vita. La giustizia ha trionfato e una innocente è finalmente libera», commenta a caldo Joseph Nadeem, l’uomo che in tutti questi anni ha garantito, grazie alla Renaissance Education Foundation che guida a Lahore, istruzione e ospitalità alla famiglia di Asia Bibi. 

Il verdetto è stato accolto in una Islamabad in stato di massima allerta. Oltre trecento poliziotti presidiano il palazzo della Corte Suprema a Islamabad e unità dell’esercito sono stanziate a difesa degli altri edifici istituzionali, ma anche della enclave diplomatica, il compound che accoglie tutte le ambasciate, nella capitale pakistana. 

Le forze dell’ordine presidiano anche i più importanti luoghi di culto cristiani come le cattedrali. Il pericolo di una reazione violenta dei gruppi estremisti, che hanno annunciato cortei in tutto il Paese, è imminente e per scoraggiare proteste di massa il governo ha perfino disposto il blocco nazionale dei telefoni cellulari dalle 9 del mattino alle 9 della sera. 

L’aspro confronto politico e culturale in corso non è tra musulmani e cristiani (una minoranza dell'1,6% su una popolazione di oltre 200 milioni di abitanti, al 90% musulmani). È tra quanti sostengono lo stato di diritto, la legalità, la Costituzione di una nazione fondata nel 1947 su basi laiche e democratiche e coloro che intendono imporre l'estremismo religioso, una interpretazione radicale e violenta dell'islam e la sharia. 

Per lei e i suoi familiari ora, si prospetta una vita all'estero, dove potersi rifare un'esistenza. Le cancellerie dei Paesi occidentali sono al lavoro e una domanda di asilo potrebbe essere accolta in Europa o negli Stati Uniti. La famiglia i Asia Bibi, dal canto suo, ha espresso la preferenza di un paese anglofono per poter dare continuità all’istruzione dei tre figli in età scolare.

La donna è stata  la prima cattolica a essere condannata, nei precedenti gradi di giudizio, a morte in Pakistan secondo gli articoli del Codice penale noti nel macabro complesso come “legge antiblasfemia”. L'accusa era arrivata nel 2009 e nel 2010 un tribunale l'ha condannata alla pena capitale. Nel 2014, l'Alta Corte di Lahore aveva anche confermato la sua condanna a morte. Tuttavia, la Corte Suprema nel luglio 2015 ha sospeso l'esecuzione.

L'avvocato di Asia Bibi, Saiful Mulook, che è musulmano, ha detto che l'inchiesta è stata viziata. La sentenza, come annunciato, è arrivata  a fine ottobre.

I cristiani in Pakistan hanno atteso in preghiera la conclusione della vicenda. "Molte persone hanno pregato per la sua liberazione in Pakistan e in tutto il mondo", come ha riferito all'Agenzia Fides p. James Channan, domenicano che a Lahore gestisce il "Peace Center", impegnato per il dialogo islamo-cristiano. "È nostra ferma speranza che, grazie alla incessante preghiera possa essere rilasciata". E invitando alla preghiera concluse: "Oggi ricordiamo nella preghiera anche coloro che sono stati uccisi a causa del sostegno dato ad Asia Bibi: l'ex governatore della provincia del Punjab, il musulmano Salman Taseer, e il leader cattolico Shahbaz Bhatti, ministro federale per gli Affari delle minoranze. Speriamo che il loro sacrificio non sia stato vano".

Asia Bibi, moglie e madre di cinque figli, in carcere da quasi 4mila giorni, si trova in isolamento dalla condanna in prima istanza l’11 novembre 2010, a oltre un anno dall’arresto. Una misura restrittiva che ne salvaguarda anche l’incolumità davanti a possibili aggressioni e alle taglie (fino a 500mila rupie pachistane), poste su di essa dagli estremisti islamici.

Fonte: Sir
Comunicato stampa
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