Attentato Egitto: le palme dei martiri
Le immagini dei rami di palme per la liturgia dell’ingresso, macchiate di sangue, i luoghi di culto sventrati, richiamano il martirio di tanti fratelli che sanno dare la loro bella testimonianza e la loro adesione totale a Cristo nella sua Chiesa. Abbiamo un grande debito verso di loro.
I cristiani delle antiche chiese stanno pagando un prezzo altissimo. Le persecuzioni nei confronti dei discepoli di Gesù non si sono mai arrestate, ma nel nord Africa, chiese fiorenti, che hanno accolto la prima grande espansione del nuovo Credo, sono state quelle più provate dalla violenza e dalle ingiustizie, fino ad essere ridotte a piccoli resti.
Il sangue dei cristiani continua a mescolarsi con quello di Cristo, anche alla vigilia della Pasqua liturgica, continua la conformazione dei credenti con il loro Signore che celebra la sua Pasqua nella carne di tanti fratelli. La Chiesa copta è una di quelle più colpite; in questi ultimi anni, al di là del mare, sono stati oltre quaranta nel solo Egitto gli attentati contro questa piccola comunità cristiana. Sono solo il 10% della popolazione. Le immagini dei rami di palme per la liturgia dell’ingresso, macchiate di sangue, i luoghi di culto sventrati, richiamano il martirio di tanti fratelli che sanno dare la loro bella testimonianza e la loro adesione totale a Cristo nella sua Chiesa. Abbiamo un grande debito verso di loro, perché stanno lì, ancora, nei luoghi dove la nostra fede ha mosso i primi passi e ha donato all’umanità grandi padri e grandi santi.
Quella terra irrorata dal sangue non grida vendetta, grida tutto l’amore per Dio; e noi, che stiamo a un tiro di sasso, così come gli apostoli nel giardino la notte dell’arresto, siamo ancora intorpiditi, addormentati tra i rumori del nostro egoismo, del nostro consumismo e delle nostre pasque troppo dolci e troppo colorate. E c’è il rischio che anche questa notizia passerà, come le altre, nel tritacarne mediatico, dopo qualche condanna internazionale, e nel silenzio assordante di chi non parla mai della mattanza dei cristiani.
Provvidenzialmente ci penserà papa Francesco a tenere desta l’attenzione; la conferma del suo viaggio, in quel contesto pericoloso e delicato, non poteva che essere profezia per un mondo che le bombe continua a costruirle, a venderle, ad armarsi per creare scontri di civiltà ed alzare muri. Un pellegrinaggio bagnato di sangue, quello dei martiri, che sarà seme per nuovi credenti.
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