Francesco. "Il sangue dei cristiani copti è testimonianza che grida"

“Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso. Il sangue confessa Cristo”. Così papa Francesco, ricevendo questa mattina John P. Chalmers, moderatore della Chiesa riformata di Scozia, ha espresso - parlando a braccio in spagnolo - il suo dolore per la morte degli oltre 20 cristiani copti egiziani uccisi dai jihadisti del cosiddetto Stato islamico. “Dicevano solamente: ‘Gesù aiutami’. Sono stati assassinati - ha ricordato il Papa - per il solo fatto di essere cristiani”. Continuano le violenze contro i cristiani, in un periodo geopolitico particolarmente complicato. più volte Bergoglio, in questi due anni di pontificato, ha trattato il tema dei cristiani perseguitati, sottolineando la gravità della situazione. "Ci sono più martiri oggi che nei primi secoli dell'era cristiana" - aveva detto pochi mesi dopo la sua elezione. Da allora, nonostante le preghiere pubbliche e gli appelli alla pace da parte del pontefice, gli episodi di violenza sono continuati imperterriti, e migliaia di cristiani, in Asia e Africa, hanno perso la vita violentemente. L'avanzata dello Stato islamico autoproclamatosi sta ancora di più intorbidendo la situazione e rischiando nuovi attentati. Anche a livello di operatori pastorali uccisi, la situazione non è delle migliori. Se nel 2013 erano stati 23 i sacerdoti e missionari laici uccisi, nel 2014 il loro numero è aumentato a 26. Gli attentati e le uccisioni in odio alla fede cristiana perseverano in tutto il mondo, come dimostrano i numeri, che vedono gravi episodi di violenza anche nell'America del Sud. Il Papa è ben conscio della gravità della situazione, come ha espresso oggi al moderatore della Chiesa riformata di Scozia. “Ricordando questi fratelli che sono morti per il solo fatto di confessare Cristo, chiedo d’incoraggiarci l’uno con l’altro - ha aggiunto - ad andare avanti con questo ecumenismo, che sta incoraggiando l’ecumenismo del sangue. I martiri sono di tutti i cristiani”.

“Condividere” il “comune impegno al servizio del Vangelo e della causa dell’unità dei cristiani”. Questa l'esortazione di Francesco. “Allo sviluppo della ricca tradizione storica e culturale della Scozia - ha ricordato il Papa - hanno contribuito illustri e sante figure cristiane appartenenti a diverse confessioni. L’attuale stato delle relazioni ecumeniche in Scozia testimonia quanto ciò che, come cristiani, abbiamo in comune sia più grande di ciò che può dividerci. Su questa base, il Signore ci chiama a ricercare modi ancora più efficaci per superare vecchi pregiudizi e per trovare nuove forme d’intesa e di collaborazione”. Rallegrandosi perché “i rapporti tra la Chiesa di Scozia e la Chiesa cattolica si sono sviluppati, al punto che le sfide poste dalla società contemporanea vengono affrontate attraverso una riflessione comune e, in molti casi, siamo in grado di parlare con una sola voce”, Bergoglio ha sottolineato che, “nel nostro mondo globalizzato e spesso disorientato, una comune testimonianza cristiana è un requisito necessario per l’incisività dei nostri sforzi di evangelizzazione”. “La fede e la testimonianza cristiana - ha aggiunto - si trovano di fronte a sfide tali, che soltanto unendo i nostri sforzi potremo rendere un efficace servizio alla famiglia umana e permettere alla luce di Cristo di raggiungere ogni angolo buio del nostro cuore e del nostro mondo”.