Editoriali
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Grazie, don Salvatore, per il tuo sacerdozio

Una preziosa testimonianza di luce dal giovane barlettano che è nato al Cielo poche settimane dopo l'ordinazione sacerdotale che commosse tanti

Grazie, don Salvatore, per il tuo sacerdozio

Grazie don Salvatore per la tua testimonianza di luce. Grazie per la tua serenità nella sofferenza. Grazie per il dono del tuo sacerdozio alla Chiesa e al popolo di Dio. I sentimenti di gratitudine sono davvero tanti pensando a Salvatore Mellone, il giovane barlettano (38 anni), malato terminale, ordinato sacerdote lo scorso 16 aprile. L’ordinazione era stata autorizzata in tempi rapidi per l’evolversi della sua malattia. Lunedì 29 giugno, Salvatore ci ha lasciati. Ieri pomeriggio (30 giugno) il suo arcivescovo Giovanni Battista Pichierri ha celebrato i funerali nella sua comunità parrocchiale, il Santissimo Crocifisso in Barletta.
Anche se solo per un tempo limitato (74 giorni), Salvatore - come recita il Salmo 110 - è “sacerdote in eterno”. In questo trovano senso le sue parole alla Radio Vaticana, all’indomani dell’ordinazione: “Si sente molto la responsabilità, perché comunque il ministero presbiterale ci chiama a essere testimoni veri di Cristo: questa testimonianza fin quando c’è la gioia, fin quando c’è questa grande carica di misericordia che ti arriva da Dio, ti fa stare bene”. Anche nella malattia e nella sofferenza, aggiungiamo noi.
Salvatore, ha raccontato monsignor Pichierri, “mi diceva: ‘Quanto desidererei che il Signore mi desse la forza di celebrare una sola Messa in parrocchia…’. Questo non gli è stato concesso, perché non poteva muoversi da casa: ha potuto celebrare la Messa solo in casa per 50 giorni, perché negli altri giorni non se la sentiva…”. Anche qui sono le parole di don Mellone ad aiutarci a capire quelle che lui chiamava “incongruenze umane”: “Io penso che, man mano, che si va avanti proprio nell’affrontare la malattia, giorno per giorno, la malattia non è mai uguale, non è mai la stessa. Ti accorgi che, nonostante la difficoltà, puoi andare avanti, nonostante la difficoltà c’è la speranza, c’è la bellezza di un qualcosa di molto più grande di noi. Questo qualcuno molto più grande di noi si chiama Dio”.
Cosa c’insegna Salvatore? A dare la propria vita fino in fondo, anche quando il dolore sembra togliere senso alle cose. Salvatore - confidava al Sir (clicca qui) monsignor Luigi Renna, rettore del Pontificio Seminario Regionale Pugliese, frequentato da Mellone - “insegna che l’essenziale del sacerdozio è la profonda unione al mistero di Cristo, non importa quanto si possa fare: già il dolore è un agire che ha un senso nel mistero pasquale”.
Grazie, allora, per averci donato la tua testimonianza. Grazie per la tua determinazione, che non è stata affatto ostinazione. Grazie per averci raccontato, non con la penna (visto che eri anche giornalista), ma con la vita, una “prospettiva altra: quella di un amore caritatevole che ci abbraccia”. Grazie! Siamo certi che la tua sofferenza e il tuo sacerdozio non sono stato vani.

Fonte: Sir
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