Tra gnosticismo e pelagianesimo guardiamo Gesù
La nostra salvezza è in Cristo nella Chiesa
“Tenendo fisso lo sguardo sul Signore Gesù, la Chiesa si volge con amore materno a tutti gli uomini, per annunciare loro l’intero disegno d’Alleanza del Padre che, mediante lo Spirito Santo, vuole ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose”. Sin dalle prime battute, la Lettera della Dottrina della Fede “Placuit Deo” ai Vescovi del mondo (approvata dal Papa), su alcuni aspetti della salvezza cristiana, esprime con chiarezza la finalità: riaffermare in questo tempo la centralità di Cristo Salvatore che opera mediante la Chiesa, mentre nuove tentazioni cercano di condurre fuori strada i credenti. Da rifuggire le esclusive visioni intimistiche della fede, da coltivare senza assumere le relazioni con gli altri e, dall’altra parte, la convinzione orizzontale e buonista nella quale Cristo è colto solo come ispiratore di azioni generose. Tali considerazioni sono accostate alle antiche eresie gnostiche o pelagiane. La salvezza, dunque, alla quale ogni uomo aspira, è riadditata come opera di Dio che si realizza nella Chiesa. Essa è, infatti, la comunità chiamata a un ruolo particolare: continuare a essere luogo di “mediazione” che fa superare ogni riduzionismo, a partire dai rapporti con Cristo per aprirsi alla relazione con i fratelli. Si riattiva, così, quella profonda partecipazione alla vita cristiana che ricentra l’attenzione sui Sacramenti dei quali il Battesimo è porta e l’Eucarestia è fonte e culmine. Solo questa consapevolezza della vita piena in Cristo nella Chiesa “spinge i cristiani alla missione per annunciare a tutti gli uomini la gioia e la luce del Vangelo”.
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