Cosa si poteva fare di più per evitare il naufragio ?
Un duro comunicato dei Missionari Comboniani e l'invito a restare umani
Un duro comunicato è stato emesso dalla Famiglia Comboniana Italiana (Missionari Comboniani, Suore Missionarie Comboniane, Missionarie Secolari Comboniane, Laici e Laiche Missionarie Comboniane) che si è detta “profondamente scioccata dall’ennesimo naufragio avvenuto all’alba di domenica 26 febbraio sulle coste di Cutro, in Calabria. Uomini, donne, bambini che scappano per avere una vita migliore e trovano invece la morte sulle nostre coste calabresi” e prosegue parlando del Mare Mediterraneo diventato ormai una unica grande tomba a cielo aperto.
“Rimangono gravi e inquietanti interrogativi su questo naufragio: che cosa è successo dopo l’avvistamento e la segnalazione dell’imbarcazione da parte dell’aereo di Frontex alle 22.30 della sera precedente il naufragio?
Da quanto tempo si era a conoscenza della presenza nelle acque di questo barcone e non si è intervenuti? Noi Famiglia Comboniana Italiana alziamo il nostro urlo di protesta davanti a questi orrori che continuano ad avvenire nel Mar Mediterraneo”. I missionari, che conoscono tanti scenari di povertà nel sud del mondo, nel terzo e quarto mondo, ci tengono a “ribadire che sono i muri che creano i trafficanti e non il contrario come continua ad affermare il Ministro degli Interni Piantedosi”.
E quindi un secco rifiuti delle scelte del governo presieduto dalla Meloni, che a parere dei missionari continuerebbe “ad applicare politiche persecutorie contro le navi salvavita delle ONG. Un lavoro che dovrebbe essere compiuto dello Stato e che lo stesso si rifiuta di fare; ne è un esempio il Decreto Flussi, che sarebbe meglio chiamarlo “Decreto naufragi”. Siamo alla cattiveria eretta a sistema”.
I religiosi parlano di cuore pietra che sono come i mattoni di muri che si vogliono alzare. Senza mezzi termini un forte j’accuse “frutto amaro di questo sistema economico-finanziario militarizzato”. Si chiede un ritorno all’umano, alla compassione per chi soffre in ogni latitudine e longitudine, all’accoglienza di chi cerca speranza e riparo in Italia e in Europa.
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