SUL NUMERO DI PAROLA DI VITA DI QUESTA SETTIMANA UN APPROFONDIMENTO SUL CONVEGNO ECCLESIALE DI FIRENZE "IN GESU' CRISTO IL NUOVO UMANESIMO".
Giaccardi, il Copercom, e la sfida della comunicazione verso Firenze
Un incontro a Roma per illustrare l'impegno comunicativo verso Firenze 2015.
Il cammino della Chiesa non è fatto di frammenti, ma c’è un filo rosso che è la passione per l’umano”. È partita da questo “filo rosso” la sociologa Chiara Giaccardi, responsabile (insieme al direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei) del sito www.firenze2015.it, per illustrare oggi a Roma - al Comitato presidenti e delegati del Copercom - l’impegno comunicativo verso il V Convegno ecclesiale nazionale. Innanzitutto, “mettersi in ascolto di ciò che il mondo ha da dire”, non fermandosi al negativo ma “mettendo in luce ciò che di bello c’è già nella realtà che ci circonda”. “Viviamo in un’epoca in cui c’è un’esaltazione, un mito della potenza”, rispetto alla quale “l’essere umano concreto” sembra essere “un limite”; “la Chiesa - ha osservato - ha il compito culturale di contrastare questo nuovo dualismo di svalutazione della concretezza e dell’umanità nel nome di una potenza che è distruttiva se lasciata a se stessa”. “Solo uno sguardo illuminato dalla fede - ha spiegato - può non far vergognare del limite. Il limite è la nostra porta aperta agli altri”. “La bellezza dell’umano - ha messo in luce - esiste mescolata al peccato, alla fragilità, all’errore”. Ciò che è importante, però, è che “la bellezza esiste e dobbiamo raccontarla”. E “le testimonianze che stanno arrivando sul sito di Firenze 2015 mettono in luce la dimensione plurale e vissuta dell’umanesimo”. “Farci promotori di una comunicazione come benedizione, capace di trasfigurare anziché sfigurare la realtà”. Questo a partire da una comunicazione che “non deve colpire allo stomaco”, da “ripensare in chiave inclusiva e rispettosa della pienezza della realtà”. La sociologa ha messo in evidenza come il prossimo convegno ecclesiale avvenga “nella fase del web 2.0 maturo, territorio digitale in cui dimensione social si è affermata in maniera molto forte”, e che non esisteva appena dieci anni fa, quando vi fu il precedente convegno di Verona. Pertanto, ha aggiunto, “abbiamo la responsabilità di valorizzare questa condizione”, “occasione veramente importante per trasferire la comunicazione nei territori esistenziali”. Comunicare attraverso il web, ha precisato, “non è per raggiungere più persone in termini quantitativi, ma per abitare questi territori”.
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