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Il prefetto Tomao e il valore della Festa della Repubblica

Il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, ci spiega il valore di questa giornata celebrativa: "La nascita della Repubblica va sempre celebrata. E’ una festa che fa sentire ai cittadini la presenza dello Stato". 

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Il prefetto Tomao e il valore della Festa della Repubblica

Domani, 2 giugno, la Repubblica Italiana compie 72 anni. Tra il 2 e il 3 giugno del 1946 si tenne il referendum con cui gli italiani, dopo 85 anni di Regno della dinastia dei Savoia, scelsero di far diventare l’Italia una Repubblica costituzionale, abolendo la monarchia. Per tali ragioni la festa della Repubblica diventa  una giornata importante per la storia della Nazione. Una giornata ricca di iniziative e cerimonie ufficiali un po’ in tutta Italia. Alla vigilia di questa Festa degli italiani abbiamo incontrato il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, per dipingere un piccolo quadro sul valore di questa celebrazione e per fare un bilancio sulla situazione del nostro territorio cosentino.

Signor Prefetto, è quasi tutto pronto per la cerimonia di sabato, che si svolgerà in Piazza 11 settembre. Che significato ha questa Giornata per una città come la nostra?

Ha il valore che ha per tutta la Nazione e per i cittadini italiani. È un valore di celebrazione  di quello che è la nostra Repubblica, basata su fondamentali valori di dignità, di giustizia e di solidarietà. In questo momento epocale la Festa della Repubblica assume una valenza ancora più significativa? La nascita della Repubblica va sempre celebrata. Il momento storico che stiamo vivendo è un momento difficile per le vicende che sono a conoscenza di tutti, però è proprio in queste occasioni che i cittadini devono sentire  la presenza dello Stato e devono sentirsi parte di uno Stato unito. Questa Festa serve proprio a raggiungere questo scopo. Le contrapposizioni politiche ci possono stare, anzi ci devono stare,  altrimenti non parleremmo di politica, non ci sarebbe un giusto e costruttivo confronto tra le parti, però bisogna sempre ricordarsi che c’è uno Stato che riunisce tutti i cittadini e c’è una Costituzione che viene applicata, di cui ne è garante il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale. Pertanto credo che sebbene ci siano dei momenti difficili nello Stato, nel contempo esso continua a funzionare. Ci sono tanti adempimenti, c’è la quotidianità con cui bisogna fare i conti e che viene affrontata  da tutte le strutture istituzionali e nel modo più appropriato.  La guida politica è importante, abbiamo bisogno di un Governo, che presto si farà, probabilmente  tecnico, poi arriverà un governo in base al risultato elettorale. Questo ricorda ai cittadini che siamo in uno Stato unitario, per questo festeggiamo la Repubblica il 2 giugno.

Cosa ne pensa e come valuta gli attacchi di questi giorni nei confronti del Presidente della Repubblica?

La libertà di manifestare, di esprimersi, prevista dalla nostra Costituzione, anche di criticare le scelte del Presidente o di esprimere liberamente le proprie convinzioni e posizioni ci stanno ma senza cadere nel cattivo gusto o addirittura in ipotesi di reato. La critica la ritengo come qualcosa di costruttivo, perché da essa possono venir fuori idee così come portare a rivedere le proprie posizioni rispetto all’idea stessa. La questione positiva è sicuramente la libertà di espressione, la libertà di manifestazione; sono libertà che in questo momento sono espresse nella maniera più ampia possibile, nei limiti di quella che è la decenza, il buon gusto e nei limiti soprattutto delle possibili violazioni delle norme penali.

Che tipo di analisi può offrirci del nostro territorio cosentino in base agli anni trascorsi, nella nostra città, da Prefetto di Cosenza?

È un territorio bellissimo che ha tante potenzialità sia dal punto di vista architettonico,  che archeologico e finanche culturale. La Provincia di Cosenza ha anche una certa vivacità dal punto di vista imprenditoriale, nonostante tutte le difficoltà economiche che ci sono. È un territorio vastissimo, già difficile da comprendere e da aiutare. Quello che fa il Prefetto è un’opera di servizio di quelle che sono le comunità locali la cui espressione sono principalmente i sindaci. Ma è anche una realtà particolarmente complicata se consideriamo la vastità del territorio, con delle diversità palpabili tra il Sud e il Nord di questa provincia. Ho notato una grande passione e volontà dei Sindaci e delle altre Istituzioni di contribuire al benessere dei cittadini. C’è da evidenziare un compito non facile che svolgono i sindaci e i commissari straordinari e prefettizi che vanno a gestire,  per varie ragioni, alcuni comuni della provincia;  posso dire che tutti gli sforzi sono proiettati per realizzare il bene e il benessere delle comunità che governano; cosa difficilissima soprattutto perché oggi i problemi economici sono quelli che attanagliano le nostre realtà degli enti locali. La città di Cosenza è una città che cresce, si sviluppa, nella sua complessità. In questa provincia abbiamo problemi che riguardano l’ordine pubblico, difficoltà che riguardano le situazioni possibili di infiltrazioni e condizionamento. Abbiamo avuto molti casi in cui sono stato costretto a firmare delle misure interdittive per aziende e imprese in cui abbiamo riscontrato delle infiltrazioni. Questa realtà è molto difficile da gestire.  Le persone di buona volontà e perbene sono la maggioranza, quindi il futuro si prospetta migliore rispetto a quello attuale, soprattutto se l’economia riuscirà a ripartire. Questo porterebbe gli enti locali ad avere maggiori risorse da destinare al benessere dei cittadini.

Intimidazioni, usura, estorsioni... come uscirne e come contrastarle affinché questa provincia diventi più vivibile?

La Prefettura insieme a Questura, Forze dell’Ordine, Magistratura, fanno il massimo. Avvalendoci della collaborazione delle Forze dell’Ordine portiamo avanti un’attività di carattere di prevenzione rispetto a  situazioni che rischiano di sfociare in reato e  passare alla competenza delle Procure. Che cosa si deve fare? Sicuramente serve una maggiore partecipazione dei cittadini che non devono avere timore di denunciare; questo è necessario affinché si possa  avere più credibilità e allearsi contro certi fenomeni criminali. Va fatta poi una distinzione: ci sono fenomeni che apparentemente sembrano essere riconducibili ad attività estorsive o ad atti intimidatori ma in realtà si scopre che sono tutt’altra cosa. Quello che spesso mi sono trovato a richiamare, soprattutto agli imprenditori, è l’esigenza che si faccia rete con chi ha problemi di usura. E’ necessario creare una rete preventiva  rispetto al momento dell’atto intimidatorio o alla richiesta del pizzo che viene fatta. Se le organizzazioni criminali sanno di dover affrontare una compagine unita di imprenditori e di cittadini non trovano molto spazio. Quello su cui le organizzazioni criminali fanno affidamento è l’isolamento del soggetto. Quando un imprenditore è isolato è più facilmente preda di attacchi estorsivi.

Tante volte l’abbiamo vista al porto di Corigliano in occasione di diversi sbarchi che hanno interessato le nostre coste. Ce ne saranno ancora, ed eventualmente quali i provvedimenti  da attuare nei confronti dei migranti?

Se guardiamo la realtà degli ultimi tempi abbiamo registrato una riduzione drastica degli sbarchi, quindi altrettanto di necessità di ospitare e fare accoglienza per i migranti. È notizia dell’ultima ora che è ricominciato un certo esodo e movimento di migranti verso le nostre coste, siamo in attesa di evoluzioni. Speriamo di non tornare ai livelli del 2016, inizi 2017, quando abbiamo avuto problemi seri. Sul nostro territorio provinciale abbiamo ancora un numero abbastanza importante di migranti, siamo intorno ai duemila,  ospitati in una cinquantina di centri di accoglienza. Per quanto riguarda le modalità con le quali continuiamo a fare accoglienza non sono cambiate moltissimo! Fin quando i numeri sono elevati non possiamo smantellare strutture numericamente alte. I centri li teniamo sotto controllo, verifichiamo periodicamente l’adeguatezza dei servizi che offrono in base a quelle che sono le condizioni che sono state pattuite e in alcuni casi applichiamo delle penali perchè qualche servizio non è reso nella maniera giusta; prima di tutto invitiamo gli operatori ad adeguarsi  per migliorare il servizio. Nella nostra provincia, posso dire, che i centri funzionano in maniera adeguata a quelle che sono le finalità dell’accoglienza in attesa di decidere sulla sorte di ciascun migrante. Sappiamo bene che la normativa richiede di essere riveduta per alcuni aspetti e in alcuni passaggi, ma per il momento in questa provincia la situazione è sotto controllo.

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