Gv 2,13-25
Distruggete questo tempio e in tre giorni
lo farò risorgere
Il cristiano è casa di Dio opera delle sue mani
La parola chiave di questa settimana è tempio
La parola chiave di questa terza domenica di Quaresima è tempio. Essa ricorre ben cinque volte nel brano giovanneo che la liturgia ci offre. Il tempio è quella porzione di luogo separata dal resto delle costruzioni civili, destinata a manifestare la presenza di Dio in mezzo agli uomini. È un punto di collegamento essenziale per la vita dell’uomo, che attraverso il tempio si pone in relazione con il divino ma anche con l’oltretomba. Per il popolo di Israele il tempio, costruito la prima volta dal re Salomone, rappresenta la dimora di Dio. È il luogo in cui fare esperienza del Signore, ma è anche casa di preghiera, oltre che segno identitario dello stesso popolo di Israele. Nel tempo, tuttavia, il tempio è stato anche segno eloquente della corruzione dei re e dei sacerdoti, che hanno trasformato la casa di Dio in un mero simbolo del potere. Gesù ha profondo rispetto del tempio e non tollera che sia stato trasformato in un luogo di commercio, svilendone così lo stesso significato. Tuttavia, Gesù è anche consapevole che l’autentica dimora di Dio non è il tempio fatto di pietre, ma l’uomo stesso, opera delle mani di Dio. Specialmente nell’evangelista Giovanni viene evidenziato questo stretto nesso tra Gesù e il tempio. È il corpo di Gesù il vero santuario del Signore in cui è riassunta la presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Gesù vive pienamente da figlio e rivela così il suo legame con Dio che è Padre. La predicazione di Gesù porta in sé una poderosa rivoluzione: il corpo, ritenuto una prigione e un peso per la vita spirituale dell’uomo, è considerato ormai l’elemento di maggiore prossimità con Dio. Il corpo non è più fardello, ma casa di Dio. Ogni battezzato, infatti, è associato a Cristo e diviene figlio di Dio.
Il suo corpo è consacrato e costituito dimora della Santissima Trinità. La vita del cristiano è casa di Dio, segno tangibile dell’amore trinitario. Cari amici, in questa ulteriore tappa quaresimale cogliamo il valore profondo della nostra vita che attraverso la sua corporeità, ovvero per mezzo di gesti concreti che si dispiegano nel tempo e nello spazio, è chiamata ad essere segno della presenza di Dio nel mondo.
E, allora, proviamo a domandarci: sono consapevole che ogni mia azione, parola e pensiero per vocazione custodisce la missione di rendere presente Dio nella vita di ogni giorno? Come concretamente posso rendere il mio corpo tempio di Dio?
La grazia dello Spirito rinnovi in noi la consacrazione ad essere dimora del Padre.
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