La parole di Gesù lasciano il segno
Il suo annuncio stupisce e libera l’uomo
La parola chiave di questa quarta domenica del tempo ordinario è insegnare. Letteralmente significa imprimere un segno, ovvero dare forma. Nel Nuovo Testamento, e in particolar modo nei vangeli, è una prerogativa propria di Gesù. Spesse volte il suo insegnamento è posto in contrapposizione a quello degli scribi e dei farisei. Nel brano del vangelo odierno registriamo due effetti immediati dell’insegnamento di Gesù: suscita stupore ed è motivo di liberazione. Le parole di Gesù stupiscono. Egli irrompe nella vita dell’uomo con la novità del grande annuncio: è giunto il Regno dei Cieli. Il suo insegnamento è percepito diversamente da quello degli scribi. Gesù non solo annuncia con le parole il Regno, ma ne è testimone con la propria esistenza. L’autorità che Gesù manifesta nasce dalla sua testimonianza. È parola tangibile quella di Gesù, non vuota predicazione. Questo insegnamento, poi, sprigiona una forza liberatrice. È singolare notare che proprio in una sinagoga vi sia un indemoniato, a riprova che non sono i luoghi a fare i santi. Chissà quante volte quell’uomo aveva ascoltato la parola di Dio proclamata al sabato in sinagoga. Chissà quante volte anche noi ascoltiamo il vangelo ogni domenica. Eppure, non aveva mai sperimento irrequietezza; forse, non abbiamo mai fatto autentica esperienza di liberazione. La parola di Dio è efficace in sé, tuttavia se predicata e testimoniata con fede operosa essa raggiunge con maggiore facilità il cuore dell’uomo. Non si ferma solo all’ascolto informativo, ma diviene performante e lascia il segno.
La parola annunciata con la vita è in-segnamento, cioè plasma l’uomo, lo libera da ogni impurità e imprime nella sua vita la forma del Figlio. È quanto avviene nel sacramento del Battesimo, in cui riceviamo il carattere speciale della figliolanza divina. C’è un’ultima reazione narrata da Marco legata all’insegnamento di Gesù. Le sue parole devono essere raccontate, non rimangono ingabbiate tra le mura della sinagoga, ma si trasformano subito in buona notizia, percorrendo così tutta la regione della Galilea. Cari amici, Gesù è il divin Maestro che con la vita insegna all’uomo a diventare figlio di Dio. Le sue parole suscitano stupore e sono germe di libertà. Nella nostra vita che peso ha l’insegnamento di Gesù? Che reazione abbiamo: l’accogliamo con stupore e docilità oppure, come l’indemoniato della sinagoga, siamo insofferenti o indifferenti ad essa? Chiediamo la grazia di avere un cuore docile per accogliere le parole di Gesù Maestro di vita eterna.
Mc 1,21-28
Insegnava loro come uno che ha autorità
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
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