Dopo Carpi e prima della sosta, l'analisi della situazione del Cosenza
Inesperienza e mala sorte per gli uomini di Braglia, che hanno raccolto molto meno rispetto a quanto seminato. Ma Braglia non si tocca, questo Cosenza si salverà.
Non so se a questo punto la sosta del campionato di Serie B possa essere accolta con favore dall'ambiente rossoblù. Il Cosenza ammirato a Carpi è una squadra in salute, cui solo tanta sfortuna e un po' di inesperienza sta giocando contro. Il pareggio conseguito in extremis con il talentuoso Baez (ci si chiede perché abbia esordito solo ora) ha dato entusiasmo nel finale e rafforzato la consapevolezza che il posto attualmente occupato in graduatoria non dica la verità sul reale valore del Cosenza.
Detto questo, bisogna lavorare ancora molto perché le buone intenzioni che si vedono possano essere messe ancora meglio a frutto. Saracco non vive un momento facile, probabilmente ha risentito del salto di categoria. Il pipelet rossoblù non è sicuro, anzi molto incerto, e buona parte della colpa per il gol subito da Pasciuti è proprio sua. bisognerà lavorare anche sulla testa per portare risultati utili alla causa del Cosenza.
Spiace dirlo, anche perchè conosciamo il suo attaccamento alla maglia, ma Angelo Corsi, il capitano, non sembra proprio all'altezza della Serie B. Il suo apporto tecnico non è adeguato e, per quanto la gratitudine per quanto fatto debba essere anche tanta, probabilmente l'out difensivo destro è un lato debole del Cosenza. Che si giochi a tre dietro, quindi con i due terzini alti, o che si giochi, come ieri, a 4.
Il Cosenza gioca anche bene, ci sono ottime trame, triangolazioni, apertura, buona proprietà di palleggio, ma raccoglie poco. Sembra che braglia sia ancora in fase di valutazione di una rosa probabilmente troppo ampia, e alla quale manca comunque qualcosa. Come un centrocampista dai piedi buoni, ad esempio, che possa fungere da faro a centrocampo. Dall'inizio della stagione il tecnico ha provato nel ruolo di mediano nell'ordine Mungo, Palmiero e Bruccini. Forse di questi Luca Palmiero è il più adatto ma, per stessa ammissione di Braglia, deve ancora crescere. Mungo, invece, e la gara di Carpi lo ha ampiamente dimostrato, giostra meglio a ridosso delle punte, da dove può anche allargare il gioco. Bruccini probabilmente risente ancora dell'infortunio che lo ha costretto ai box nelle prime partite. Nessun buon segnale per ora da Varone e Verna. Quest'ultimo, sempre scelto da Braglia nelle trasferte finora disputate, non dà nè profondità nè superiorità tecnica. Visto il Baez degli ultimi minuti, probabilmente fuori casa potrebbe essere un'arma non indifferente.
Male ancora invece, pur se schierato dal primo minuto, Di Piazza. L'attaccante ex Lecce non sembra in condizione nè fisica nè mentale, e al momento non può dare alcun apporto alla causa. Tutino e forse anche Baclet, quanto meno per l'orgoglio, dovrebbero essere due armi da sfruttare meglio, soprattutto per aiutare il generosissimo Maniero a essere più servito sotto porta.
Non vuole essere una giustificazione, ma l'impressione è che il trambusto causato dalla gara non disputata con il Verona abbia avuto i suoi effetti anche sui risultati successivi. Fermo restando che alla squadra non si può rimproverare nulla.
E a Braglia in fondo neanche. Non è il caso ora di alimentare divisioni nè di chiedere la testa dell'allenatore. Braglia, con la sua esperienza, sarà in grado di risollevare le sorti del Cosenza e far sì che questa squadra, che abbiamo visto non essere certamente la peggiore della categoria, possa disputare un campionato tranquillo.
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