Ferrari, missione compiuta
Accorciate le distanze con quelle case, Mercedes in testa, tecnologicamente più avanti.
Ci sono stati, nella storia recente della Ferrari corse, alcuni spartiacque che hanno segnato un punto di non ritorno con il passato: il primo è stato sicuramente l’addio di Schumacher dalle corse, che il Cavallino, sazio di trionfi con l’asso tedesco, ha fatto una gran fatica a metabolizzare. Si pensava che sostituirlo con un altro fuoriclasse del volante come Alonso potesse bastare, ma presto ci si è accorti che la tecnologia degli altri team avrebbe creato distanze incolmabili se non si fosse corsi ai ripari. Maranello lo ha fatto in modo un po’ traumatico, sostituendo non solo il parco piloti, ma gli stessi vertici, con Marchionne che ha congedato Montezemolo non senza piccoli e grandi veleni, insediando Arrivabene come responsabile corse e chiamando Vettel a sostituire l’asso asturiano, che senza allori aveva fatalmente perso motivazioni.Tutti all’inizio di questa annata erano pronti a sparare sulla nuova gestione, eppure fatalmente questa edizione del Circus doveva servire solo ad accorciare le distanze con quelle case, Mercedes in testa, che avevano ormai una distanza incolmabile sul fronte tecnologico. A metà stagione si può dire che, con le due vittorie conseguite da Vettel (Malesia e Ungheria) e i 7 podi su 9 gare, la missione sia riuscita. Difficile colmare ancora del tutto il gap con lo squadrone tedesco, ma avvicinarsi, tenendo a bada una Williams che a detta di tutta la critica doveva essere il secondo team favorito, questo sì, c’è stato eccome. “Con tre vittorie sarei in paradiso, con quattro vado a piedi a Sestola”, aveva promesso Arrivabene a inizio stagione: metà degli obiettivi sono stati quindi raggiunti, permettendo al Cavallino di scrollarsi di dosso la pressione di inizio stagione e di lavorare ancor di più sul fronte della ricerca & sviluppo per essere pronti a inizio 2016 per lottare alla pari con tutti. Dopo la pausa ferragostana, le Rosse saranno comunque chiamate a un vero tour de force, con piste molto veloci come Spa in Belgio e Monza sul circuito di casa, che dovrebbero favorire la Mercedes: sarà proprio questo il banco di prova decisivo per capire se i progressi saranno sufficienti per sperare in un titolo iridato nel giro dei successivi 12 mesi. Sempre che a Monza si corra: il contenzioso tra l’autodromo italiano e il Circus, con il patron Ecclestone che vuole essere pagato profumatamente, rischia di mettere a rischio la disputa della gara più amata dagli italiani.
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