Gli applausi a Zaffaroni e i decibel che salgono

Quando un allenatore, alla quinta di campionato nella sua nuova squadra, viene accolto da un applauso mentre entra sul rettangolo verde, allora vuol dire che sta nascendo un legame. Zaffaroni e Cosenza, Zaf e i tifosi. L'aria intorno alla squadra rossoblú si sta facendo sempre più tersa, per una boccata d'ossigeno dalla pandemia che ha alimentato ansie e paure, e soprattutto da una delle stagioni peggiori della storia rossoblú. Non sappiamo se l'idillio durerà, ma di certo dipenderà dai risultati e dalla voglia di questa squadra di lottare. Zaffaroni piace perché è preparato e competente, davanti ai microfoni è chiaro e preciso, parla in maniera comprensibile senza perdersi in complicati tecnicismi. Nel calcio basta poco per fare rete.La mano del tecnico poi si vede chiaramente. Il Cosenza è una squadra vera, con carattere, con la stessa risolutezza della sua guida tecnica nel voler portare a casa il risultato. La gara contro il Como (davvero complimenti ai lariani per la prestazione) ha dimostrato l'attenzione difensiva di Rigione e compagni, specialmente sulle palle inattive, che la scorsa stagione erano state il vero problema del Cosenza. Ma il secondo match vinto al Marulla è stato ancora una volta la conferma dell'ottima intesa tra i due davanti, Gori e Caso (il funambolico fantasista ha fatto ammonire tre avversari, a Cosenza erano anni che non si vedeva un giocatore così). Delle parole di Zaffaroni a fine gara ha colpito il suo richiamare l'identità di squadra. Il tecnico vuole avere delle certezze senza perdersi in esperimenti. Ed è, finalmente, giusto così. Il tutto, come ribadito da Zaf, nell'ottica di una crescita generale, per cui tutti daranno il loro apporto. Le difficoltà non mancheranno, ma intanto ci godiamo uno stadio in festa e voglioso di calcio, dove i volti corrucciati di pochi mesi fa stanno lasciando spazio ai sorrisi e alla soddisfazione.