Una sconfitta pesante come il campo del San Vito
La Spal espugna Cosenza e il pubblico giustamente contesta.
La sconfitta contro la Spal è pesante quanto il campo del San Vito. Secondo stop casalingo per il a Cosenza di Zaffaroni, che continua a ottenere risultati troppo altalenanti. Dopo il secondo tempo di Parma, ci si aspettava un Cosenza certamente diverso. Invece il Cosenza sembra la brutta copia della squadra che ha vinto le prime gare casalinghe. È evidentemente finito quell'effetto sorpresa e gli avversari hanno preso le misure. Quando è così, bisogna inventarsi qualcosa di nuovo. Ma, al di là dello spostamento di Situm a sinistra, non si vede realmente nulla di nuovo. Forse, paradossalmente, manca un po' di anarchia tattica. Gli errori di Zaffaroni sono sotto gli occhi di tutti. Era facile prevedere che, sotto il cielo cupo e la pioggia battente, non potesse essere la partita adatta a Giuseppe Caso che, puntualmente, è stato evanescente e senza spunti. Anche Gori è ormai particolarmente prevedibile e, tranne che in una circostanza, non è mai riuscito a penetrare in mezzo alle maglie spalline. Forse qualche panchina in più non gli farebbe male, così come sarebbe opportuno dare qualche chance in più dall'inizio a Millico e Pandolfi. Quando la benzina viene meno, bisogna utilizzare le macchine più cariche.Contro la Spal, finora una delle peggiori squadre del campionato, tutto si doveva fare tranne che perdere. La classifica ne risente, e ancor di più il morale della squadra e della tifoseria, che da tre mesi è salita sull'altalena dei risultati del Cosenza. Queste sconfitte devono far riflettere. A gennaio sarà opportuno intervenire sul mercato per colmare le lacune tecniche che il Cosenza ha rispetto alle altre squadre. C'è il tempo per programmare dei colpi all'altezza.
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