Luna rossa, un addio doloroso
L'imbarcazione non parteciperà alla Coppa America per i cambiamenti apportati in corsa al regolamento.
È un addio amaro quello di Luna Rossa alla Coppa America. La decisione del team di patron Bertelli, arriva dopo l’inopinato cambiamento delle regole in corsa. Peraltro non è una novità, ma stavolta il team italiano ha detto basta, anche perché, di fatto, il risultato della votazione proposta dall’Organizzatore con l’accordo del Defender della 35ª Coppa America, “stravolge, a maggioranza, le Regole di Classe delle imbarcazioni con cui verrà disputata questa edizione, già adottate all’unanimità dai concorrenti e in vigore dal giugno 2014”, si legge nella nota dal quartier generale di Luna Rossa. Si tratta però di una rinuncia dai costi davvero altissimi, e non ci riferiamo solo a quelli economici: grazie a Luna Rossa, pronipote di quella Azzurra che andava già in regata negli anni Ottanta, lo sportivo italiano si era riscoperto navigatore, capace di imprese meravigliose ed audaci, vincendo in Coppa America sfide tiratissime con i grandi team mondiali, dagli americani, agli australiani, ai neozelandesi. Ma polemiche e veleni, combattute quasi sempre sul filo del regolamento, avevano spesso accompagnato la navigazione del team di Prada.“Talvolta - ha aggiunto Bertelli al momento della decisione definitiva di abbandonare la competizione sul mare più prestigiosa al mondo - si impongono decisioni dolorose ma nette, che sole possono far prendere coscienza delle derive di un sistema e porre così le basi per un futuro di legalità e rispetto dei valori sportivi”. In sostanza la polemica si riferisce all’imposizione, da parte dell’organizzazione, di introdurre imbarcazioni sostanzialmente monotipo, “in totale contrasto - aggiungono quelli di Luna Rossa - con la più che centenaria tradizione della Coppa America, accordando inoltre un ulteriore periodo di due mesi per apportare modifiche regolamentari decise a maggioranza”. Un addio che diventa ancor più doloroso se si pensa che il prossimo appuntamento di Coppa America, l’America’s Cup World Series, era proprio fissato in giugno al largo di Cagliari, dove da tempo era stato fissato il quartier generale dell’equipaggio italiano. Per il capoluogo sardo quindi, ma anche per il giro d’affari che questa presenza poteva generare, il colpo è bruttissimo.La base di Luna Rossa era stata sistemata nel Molo Sabaudo nel novembre di due anni fa: un vero e proprio villaggio sul mare con hangar, palestra, sala mensa. E si era trasferito in città un piccolo esercito sportivo: insieme ai 90 componenti della squadra di Luna Rossa avevano traslocato in città le famiglie, con circa 200 persone. Ora tutto si è sgonfiato di pochissimi giorni, con i ragazzi dell’equipaggio, grandi professionisti, che di colpo si ritrovano senza squadra e che saranno costretti a cercare di accasarsi in qualche altro team. Vedremo se nelle prossime settimane ci sarà spazio per un ripensamento, ma intanto ancora una volta gli azzeccagarbugli dei regolamenti (in corsa) hanno rovinato uno dei più bei sogni sportivi degli ultimi anni, capaci di farci sognare ad occhi aperti e tenendoci svegli per tante notte a trepidare per quella vela che sapeva di tricolore durante le tante regate nell’altra parte dell’emisfero.
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