Un Cosenza rinunciatario
Ennesimo pareggio in campionato, ma così non si va da nessuna parte e la retrocessione rimane una possibilità molto concreta.
Il pareggio sul campo del Vicenza, peggiore squadra del campionato, è andato certamente bene a Occhiuzzi (e staff tecnico). Il Cosenza ancora una volta ha rimandato l'appuntamento con i tre punti, che mancano da fine ottobre (e siamo al 12 febbraio). Da allora, sono arrivati 5 pareggi e solo sconfitte. Un ruolino alquanto misero, che certifica ancora una volta l'attuale dimensione del Cosenza. Come fu per lo scorso anno, anche ora le probabilità di retrocessione sono molto alte.
E questo nonostante nel mercato di gennaio siano arrivati calciatori che, sulla carta (e nel calcio non significa tutto), potrebbero anche garantire un campionato più tranquillo. Se però si rinuncia quasi a vincere anche sui campi più abbordabili, e chi si vuol salvare qualche colpo esterno deve pur farlo, allora tutto diventa più difficile. E ciò che è "sulla carta" poi non viene tradotto in effetti sul campo. Sinceramente difficile trovare un perché all'atteggiamento avuto contro Cittadella, Brescia e Vicenza, quando nessuna di queste squadre aveva così impressionato ed anzi erano in palese difficoltà.
Come abbiamo avuto modo di dire a mister Occhiuzzi nell'ultima conferenza stampa, il Cosenza deve recuperare necessariamente un giocatore come Millico, che è un potenziale crack eppure gioca troppo troppo poco. Non averlo buttato nella mischia a Cittadella, con un uomo in più, rimane a tutt'oggi un mistero, nonostante le spiegazioni assai poco convincenti del tecnico. Lo stesso a Vicenza, contro una squadra che a un certo punto non riusciva neanche a mettere insieme tre passaggi. Millico ha capacità fisiche e tecniche che non ha nessun altro giocatore della rosa, è veloce e tecnico allo stesso tempo oltre che efficace sotto porta. E lo ha già dimostrato.
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