Città unica, ci sarà una battuta d'arresto?
Depositata la proposta di legge per rafforzare il ruolo dei Comuni
La virata verso la città unica potrebbe subire una battuta d’arresto. A mettere i bastoni tra le ruote i tre comitati cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero che venerdì hanno depositato presso gli uffici del Consiglio Regionale calabrese la proposta di legge che mira a rafforzare il ruolo delle municipalità coinvolte in un progetto di fusione. “L'incontro è stato abbastanza cordiale. Abbiamo trovato come interlocutori dei funzionari. Aspettiamo che si concludano gli adempimenti di rito per poi iniziare la raccolta delle firme per le quali siamo molto fiduciosi, contiamo di superare la soglia delle 5.000 firme necessarie perché l'ter poi vada avanti in consiglio regionale”, ha spiegato ai nostri microfoni Fabio Liparoti del comitato cittadino di Rende. Già nei mesi scorsi i tre comitati cittadini avevano avviato una raccolta firme: “Si trattava una iniziativa di raccolta firme di contrarietà rispetto al progetto; questa ovviamente è specifica su un articolato vero e proprio, quindi ovviamente ha un valore diverso perché di fatto, tramite queste firme, chi aderisce sostiene una proposta di legge di iniziativa popolare. Quella era un'iniziativa, seppur importante, dal sapore più ‘mediatico’, questa, invece, ha valore legale. Dobbiamo aspettare che il Consiglio regionale porti a termini i controlli di rito, credo che la campagna vera e propria di raccolta firme avrà inizio dopo le festività pasquali”. Le assemblee e i banchi per la raccolta delle firme sono state occasione per raccogliere gli umori dei cittadini: “Riscontriamo una generale contrarietà dei cittadini, soprattutto dopo che gli stessi vengono informati. Alcuni, più attenti, mostrano contrarietà vista la loro conoscenza dell'argomento; altri cittadini mostrano un iniziale disinteresse che viene superato quando vengono messi al corrente di quello sta parlando, il disinteresse si trasforma in contrarietà”, spiega. La deposizione casca a fagiolo, solo pochi giorni prima è stata approvata la richiesta da parte della prima commissione Affari istituzionali in Consiglio regionale, rivolta al Presidente della Regione Calabria, di indire il referendum: “Ci auguriamo che il Consiglio regionale si fermi. Crediamo di andare ben oltre l'obiettivo delle 5 mila firme che per legge servono perchè il Consiglio poi vada avanti. Credo che qualsiasi consigliere regionale dinanzi ad una raccolta firme, significativa debba fermarsi e ascoltare, perché non sarebbero più soltanto i comitati a dimostrare il loro dissenso, ma migliaia di cittadini calabresi; a quel punto penso che sia obbligatorio fermarsi e ricominciare”. E aggiunge: “Il progetto di legge sulla fusione dei tre comuni è antidemocratico perché non prende in considerazione i consigli comunali. Il referendum è valido se il sì vince in ogni comune interessato alla fusione. Penso che ogni singola comunità debba essere libera di autodeterminarsi e di esprimersi, mentre l'attuale normativa sui referendum prevede un forum cumulativo e quindi c'è il rischio che ci siano dei territori, in questo caso Rende e Castrolibero, che non saranno oggetto di fusione con Cosenza, ma saranno annessi e l'annessione non è un procedimento democratico. Siamo più che fiduciosi, andremo avanti con la nostra battaglia, se sarà necessario impugneremo il decreto davanti al Tar”, conclude.
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