Femminicidio. La testimonianza di Lamberti a Longobardi
Filomena Lamberti ha raccontato con estrema compostezza la brutale violenza subita dall’uomo che per un’intera vita l’ha condizionata e costretta a vivere una vita fatta di privazioni
La commozione ha accompagnato la toccante e atroce testimonianza di Filomena Lamberti sfigurata dal marito durante il sonno rovesciandole in volto l’acido solforico e deturpandone completamente il volto e parte del corpo. Grazie all’associazione “Silvia” di Longobardi, guidata dalla presidente Wanda Farnese, la sua voce è giunta di nuovo in Calabria. “Ringrazio le ospiti le quali daranno il loro prezioso contributo a questo evento” è così che ha esordito la presidente Farnese nel dare inizio alla manifestazione “Il rumore del silenzio”, tenutasi lo scorso 5 maggio. Un segnale di solidarietà rivolto a tutte le donne, affinché trovino il coraggio di riprendere in mano la propria vita con dignità denunciando qualsiasi forma di violenza. Al tavolo dei relatori Zaira Cariti, sociologa, che ha posto l’accento sui tragici numeri dei casi di femminicidio che negli anni si sono registrati. La psicologa Stefania Marchese, come la Cariti, fa parte dell’associazione “Idealmente Lab” di Cosenza ed ha sottolineato come i casi di femminicidio siano in aumento e come lo squilibrio di base che muove le azioni dell’uomo, che manipola e controlla la donna portandola ad annichilirla. L’avvocato Alfonsina Florio, ha argomentato sulle leggi che regolano la violenza di genere. Alessia Rausa, giornalista ha marcato la necessità di un ribaltamento culturale che faccia presa sugli adolescenti di oggi, che saranno gli uomini di domani. Filomena Lamberti ha narrato con estrema compostezza la brutale violenza subita dall’uomo che per un’intera vita l’ha condizionata e costretta a vivere una vita fatta di privazioni. Un uomo che l’ha isolata da tutto, persino dai suoi familiari. Filomena ha trovato il coraggio di riprendere in mano la vita; una ‘ribellione’ che l’ha trascinata nella sua nuova identità, ricostruita solo dopo molti interventi di chirurgia plastica, difficile da accettare, che porta e mostra i segni di una violenza inaudita. La sua storia, oggi, riempie le pagine di un libro, “Un’altra vita” canovaccio straziante che nessun’altra donna dovrebbe più subire. Il sindaco, dr Mannarino, presente all'evento, ha annunciato che nel mese di maggio verrà installata, davanti alla Casa Comunale, una panchina rossa, segnale della memoria che vuole celebrare le tante vittime di femminicidio.
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