Il canto di San Francesco: antagonismo ed esemplarità
Nella Chiesa di San Domenico una riflessione sulla figura di San Francesco d’Assisi, secondo Dante.
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La società “Dante Alighieri”, comitato di Cosenza, ha organizzato un incontro nella chiesa di San Domenico, nella città dei bruzi, assieme a Mario Bozzo, presidente fondazione Carical, per un focus sulla figura di San Francesco d’Assisi in chiave di lettura dantesca, prendendo come punto di riferimento il canto XI del Paradiso. Dopo i saluti di Maria Cristina Parise Martirano, presidente del comitato Dante Alighieri di Cosenza, Mario Bozzo ha spiegato che, la Divina Commedia, deve essere analizzata anzitutto sotto un duplice aspetto: quello formale, ovvero il colloquio che Dante ha con le anime dei defunti dell’aldilà; e quello sostanziale, dove ogni canto è un vero e proprio capitolo, forse del più grande dei manoscritti esistenti, al quale Dante affida la missione che, a sua volta, gli è stata mandata dalla Provvidenza.
Questa missione si prefigge il compito di ripristinare l’equilibrio tra i due poteri legittimi esistenti a quell’epoca, e che Dante ovviamente riconosce: il potere dell’impero, che ha il compito di assicurare al popolo la felicità terrena per mezzo dell’esercizio della legge e delle virtù; e il potere del papato, che deve riuscire a far conquistare al singolo individuo la salvezza dell’anima. Le vicende che troviamo nella Divina Commedia sono ambientate in un periodo in cui questi due tipi di poteri sono stravolti, e nella società regna il caos. E qui entra in gioco la figura di San Francesco, poiché il santo sarà di alta ispirazione per il sommo poeta; non perché visse una vita umile e pia, ma in quanto promotore dell’”ignota ricchezza”, quella celata nel cuore. Risulta curioso come Dante scelga di sottolineare l’umiltà e la semplicità di San Francesco, nonostante la sua figura era oramai notissima, ma quale antidoto più benevolo della povertà per correggere i costumi corrotti della società? “Il canto di San Francesco è uno dei più importanti della Divina Commedia,” – spiega Mario Bozzo – “credo che sia attualissimo oggi, basta pensare che lo stesso papa Francesco sta rilanciando il concetto della Chiesa ‘povera’. Dobbiamo divulgare questo messaggio attraverso l’esempio della nostra condotta di vita: se sono una persona seria, di me trasparirà certamente un’immagine di serietà”.
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