Il giovane Francesco Castiglione tra i protagonisti dell'opera sul Santo paolano
Da Don Matteo all’opera su San Francesco di Paola, un nuovo progetto per l’attore Francesco Castiglione. Il teatro Rendano scalda i motori per lo spettacolo dell’anno.
L’Opera su San Francesco di Paola, scritta e musicata dal maestro Francesco Perri inizia pian piano a prendere forma. Sarà sicuramente l‘evento dell’anno, vista la partecipazione straordinaria del maestro Enzo Garinei e di attori e musicisti dal talento straordinario, guidati dalla regia di Marco Simeoli. Nel ruolo di Padre Paolo Rendace (monaco originario di paterno e fidato seguace di San Francesco di Paola), sarà presente nel cast stellare anche Francesco Castiglione. Attore eclettico: estroverso e brillante, nel suo lavoro non improvvisa nulla, tutto nasce da un lungo percorso di preparazione, dove impegno e tecnica rappresentano un perfetto connubio. Francesco,che passa dal teatro alla televisione con perfetta disinvoltura, in queste settimane è impegnato su Rai Uno, nel ruolo dell’appuntato Barba, nella serie da record “Don Matteo 10”. Dopo il successo dello spettacolo teatrale “Libertà tra musica e parole”, il giovane attore, che calca le scene da tempo, ritorna nuovamente al Rendano per una delle rappresentazioni in programma più importanti del momento. Il 2 e il 3 aprile la vita del Santo calabrese per eccellenza, di cui si celebra il seicentesimo anno dalla nascita, rivivrà sul palco di uno dei teatri più belli d’Italia.
Cosa rappresenta per lei questo nuovo progetto su San Francesco di Paola che sarà presentato al Teatro Rendano ?
Questo progetto nasce da una delle innumerevoli fantastiche idee del Maestro Francesco Perri, vostro concittadino. Per me sarà la terza presenza sul palcoscenico del Rendano; la prima nel 2012, quando il vostro teatro diventò il set di alcune significative riprese del film “Schumann Therapy”, dove impersonai il noto musicista tedesco e la seconda, il 17 dicembre del 2015, in occasione dello spettacolo “Libertà tra musica e parole”, sulle due guerre mondiali e sul fenomeno dell’emigrazione che da sempre affligge il nostro Sud. Sicuramente l’atmosfera di questo grande teatro, la cui facciata neoclassica incombe fin dal primo colpo d’occhio, incute un certo timore, un minimo di ansia da prestazione, sintomo che affligge sempre tutti gli artisti, noi attori in particolar modo. Questa nuova occasione di esibirmi al Rendano mi entusiasma ( riflette)… è come tornare sul luogo del delitto no ? Come disse Dylan Dog. (sorride) Scherzi a parte sono felicissimo di questo evento che sono sicuro riscuoterà grande successo. Inoltre, quest’opera è un doveroso tributo al vostro Santo, forse uno dei più insigni che la vostra terra ha donato alla Chiesa, in occasione del 600° anniversario dalla nascita. Mi sono buttato subito a capofitto nello studio del copione, anche perché arriverò a metà marzo, reduce da altri impegni teatrali; il 4 marzo infatti sarò a Macerata, alla chiesa di San Filippo Neri per una rappresentazione sulla Via Crucis, su iniziativa del Vescovo locale, Mons. Marconi; anche questa su musiche del Maestro Perri e con il tenore Federico Veltri; dal 10 al 13 marzo invece, debutto al Teatro Hamlet di Roma con lo spettacolo “Ricordami dietro una foglia”, regia di Alessandro Carvaruso, dove interpreto un personaggio settantenne; reciterò un monologo di circa un’ora, sarà una grande prova per me, quindi dovrò studiare anche di notte presumo ( sorride).
Quale sarà il suo personaggio in quest’opera sul nostro Santo?
Sarò Padre Paolo Rendace, uno dei religiosi che seguirono San Francesco di Paola fin dall’inizio, uno dei suoi seguaci più fedeli, al quale fu affidata la guida del convento di Paterno e di tutti gli altri eremi calabresi, quando San Francesco partì per la Francia. Una specie di suo Vicario Generale, se vogliamo. Sarà per me un grande onore calcare quel palcoscenico accanto ad uno dei più grandi attori del nostro teatro, Enzo Garinei. La regia è del brillante Marco Simeoli.
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