Il nuovo esame di Stato non preoccupa chi con sacrificio e dedizione cresce nell'amore per la cultura e la conoscenza
Matura prima che maturanda
La millennial sangiovannese Antonia Le Pera si prepara al primo grande esame della sua vita
«Non si può parlare di prove facili o difficili. È lo studente che deve affrontare la maturità studiando in modo critico e non mnemonico. Per chi vuole costruirsi un futuro brillante il sacrificio e la sofferenza cominciano a scuola». Antonia Le Pera è una degli oltre cinquecentomila millennials che da mercoledì 19 giugno sta affrontando il nuovo esame di stato. Tra le novità introdotte, l’abolizione del “quizzone”, la seconda prova di lati-greco al classico e il restyling del colloquio orale, senza più tesine dei maturandi.
Antonia studia – ancora per poco – al Liceo Classico di San Giovanni in Fiore. Mentre parla del suo percorso di avvicinamento all’esame di stato, sembra già “matura”. «Il contenuto di una busta – racconta – non mi spaventa. La mia professoressa di italiano, Maria Gabriella Militarno, mi ha portato all’esame con un background completo per rispondere a qualsiasi domanda della commissione». Una profondità di pensiero evidente già dall’approccio alla prima prova: «Ho scelto – spiega – la traccia sull’illusione della conoscenza, perché ero affascinata dal poter argomentare su quanto sia ambigua la mente umana». Una sfida affrontata collegando trasversalmente le conoscenze acquisite nel suo percorso di studi: «Nel mio saggio – continua – ho parlato del romanticismo filosofico di Schelling e del significato di ubris nella letteratura greca. Ho anche raccontato gli eventi che hanno portato gli Stati Uniti a sganciare la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki». Con un’unica, insolita paura: «Mentre scrivevo – dice – speravo che il mio tema non fosse banale. Quando ho consegnato l’elaborato, però, ero soddisfatta». Più tranquillo l’impatto con la seconda prova: «Il confronto tra i testi di Tacito e Plutarco – spiega – mi ha permesso di interpretare la versione correttamente. Nel brano c’era una parola, cogitazione, che voleva dire “piano”. Tradurla con “pensiero” sarebbe stato un errore».
Ad Antonia resta un ultimo ostacolo da superare: la prova orale. Le nuove modalità del nuovo colloquio non la convincono: «Se non avessero abolito la tesina – racconta – ne avrei portato una sul concetto di irrazionalità, partendo dal contrasto tra apollineo e dionisiaco nella filosofia di Nietzsche, perché nella vita bisogna saper trovare soluzioni anche partendo dal caos». Il nuovo esame orale, però, ha qualcosa di interessante: «Sono contenta – continua Antonia – che la Costituzione sia oggetto d’esame. Studiarla mi ha reso una cittadina più consapevole». E su questo non sembrano proprio esserci dubbi.
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