Rete oncologica, protesta in città
Solidale il presidente della Provincia Franco Iacucci: “La priorità deve essere la salute delle donne”.
Che la sanità calabrese faccia acqua da tutte le parti è noto. Che a pagarne le conseguenze siano i cittadini, pure. “Io non mollo il diritto di curarmi in Calabria” è solo un esempio dei tanti cartelli esposti durante la protesta di qualche giorno fa a Cosenza. Un gruppo di donne si è dato appuntamento nel piazzale antistante all’ingresso della casa di cura “La Madonnina”, la struttura in cui opera il dottore Francesco Mollo che si occupa di Oncoplastica chirurgica mammaria e dermatologica, per manifestare il dissenso. Motivo della protesta? Il DCA n. 100 del 15 luglio 2020 siglato dal commissario ad Acta Saverio Cotticelli e dal Sub Commissario Maria Crocco e riguardante l’aggiornamento della Rete oncologica. “Noi donne – si legge su Qui Cosenza– abbiamo il diritto di scegliere dove operarci. Questa situazione è assurda, perché con questo decreto si allungano le liste di attesa e si incentiva la migrazione sanitaria. Il tumore alla mammella necessita di una tempistica certa nella sua cura e con l’adozione di questo decreto non è più possibile”. Tre le Breast Unit, una per ogni area territoriale, provvisoriamente autorizzate al trattamento dei tumori della mammella: “Nell’Area centro presso l’Hub A.O Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e l’AOU Mater Domini di Catanzaro; nell’area Nord presso l’Hub A.O Annunziata di Cosenza; nell’area sud presso l’Hub A.O Bianchi Malacrino-Morelli di Reggio Calabria, con la riserva di valutare il volume finale ed il trend dei volumi di attività prodotti, entro la fine del 2020 al fine di confermare o revocare tale autorizzazione provvisoria. Divieto a tutte le altre strutture non rientranti nella rete di fare prestazioni chirurgiche per il trattamento del tumore della mammella”, si legge nel DCA. Non si è fatta attendere la risposta da parte del mondo istituzionale: “L’aggiornamento della Rete oncologica regionale con la creazione di tre Breast Unit per la cura dei tumori della mammella è un passo importante, ma non si può vietare a tutte le strutture non rientranti nella rete di erogare prestazioni chirurgiche per il trattamento del tumore alla mammella. Farlo significherebbe limitare la libertà di scelta e non conoscere in maniera approfondita i limiti e tutte le criticità della sanità calabrese. La priorità deve essere la salute delle donne.” Così esclama in una nota stampa il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, che aggiunge: “Continuiamo a leggere decreti non condivisi da chi vive il territorio e da chi lavora nel campo sanitario e che ogni giorno è costretto a lottare con coloro che prendono decisioni dall’alto senza alcun confronto e senza avere le conoscenze appropriate. Liste di attesa infinite, tempistiche non rispettate anche per i pazienti a cui è stata diagnosticata una patologia neoplastica e che necessitano di un trattamento specifico, l’emergenza Covid-19 ha ritardato screening e controlli e poco è stato fatto in Calabria per recuperare i ritardi accumulati in questi mesi. Ecco perché non posso che sostenere la battaglia di coloro che stanno protestando per vedersi riconosciuto il diritto alla salute, all’assistenza e alle cure appropriate”.
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