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Ucraina: bombardamenti a Kolomyja. Testimone: ‘ci bombardano, aiutateci’

I Vescovi del Mediterraneo a Firenze: Si fermi la follia della guerra! Racconto in diretta della fuga dallo scenario del conflitto ad una giornalista del Sir

Parole chiave: Ucraina (15), guerra (23), Russia (14), Pace (13), Vescovi (27)
Ucraina: bombardamenti a Kolomyja. Testimone: ‘ci bombardano, aiutateci’

“Preoccupazione e dolore” per lo scenario drammatico in Ucraina e “vicinanza alle comunità cristiane del Paese”. I vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, accolgono l’invito di Papa Francesco a vivere il 2 marzo una Giornata di digiuno e preghiera per la pace e fanno “appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi”. “Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra!”, scrivono in una nota i vescovi del Mediterraneo diffusa stamattina da Firenze. Loro “conoscono bene questo flagello e per questo chiedono a una sola voce la pace”.

Intanto da DinBass si scappa. Così riferisce il Sir che ha raggiunto alcuni testimoni sul posto "nessuna città, nessun posto è al sicuro". Don Sergio Palamarchuk, parroco della città Lysyčansk, nella regione di Lugansk, sta guidando la macchina mentre parla con Maria Chiara Biagino e con lui, a bordo, ci sono 6 persone e una mamma con due bambini. Dietro segue un’altra vettura dove ci sono altre due persone, marito e moglie, e due anziani. Stanno lanciando Muratove per andare a Lysyčansk, nella casa del parroco, dove al momento ma solo al momento la situazione è più tranquilla.

"Don Sergio sapeva che se fosse precipitata la situazione, questo sarebbe stato il piano di evacuazione”. “Proprio ora stiamo scappando da Muratove”, dice alla giornalista che riporta integralmente il colloquio per rendere l'dea di ciò che sta accadendo in Ucraina, “perché ci sono troppe armi, vediamo mezzi militari, sentiamo molti rumori di bombardamenti e colpi di mortaio. La situazione lì non era più sicura. Molte famiglie sono già scappate con le proprie macchine e noi siamo gli ultimi a lasciare la zona. Alcuni però sono rimasti perché non sanno dove andare. Il problema ora è che sappiamo da dove scappare ma non sappiamo dove andare. Stiamo ricevendo brutte notizie su Kiev, su Kharkiv, per cui in questo momento nessuna città è sicura. Una volta arrivati a casa mia, a Lysyčansk, dobbiamo capire cosa fare e dove andare”. Don Sergio Palamarchuk, è parroco della chiesa greco-cattolica ucraina di Lysyčansk, nella regione di Lugansk e di Muratove. Mentre parla, viene fermato dai militari ucraini lungo la strada. La comunicazione si interrompe. Poi prende il telefono, richiama per dire un’ultima cosa: “grazie per la preghiera e chiediamo di pregare. Non smettete di pregare per noi. Questa è la cosa più grande, più importante. E poi un’altra cosa. Dobbiamo capire che questa non è una guerra contro l’Ucraina, ma una guerra nel cuore dell’Europa. Siamo stati attaccati tutti. È la guerra contro tutto il mondo. Pregate per noi in attesa che arrivino buone notizie, notizie di pace perché Dio è con noi e Dio è la nostra forza più grande. Lo preghiamo perché converta i cuori e li pieghi alla forza della pace e non delle armi”.

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