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Livio De Luca è un architetto esperto nell’applicazione dell’informatica all’architettura per digitalizzare il patrimonio artistico

Un’eccellenza calabrese farà risorgere Notre-Dame

La cattedrale parigina verrà riaperta al pubblico l’8 dicembre in occasione della celebrazione dell’Immacolata Concezione

Un’eccellenza calabrese farà risorgere Notre-Dame

La cattedrale di Notre-Dame riaprirà ufficialmente il prossimo 8 dicembre in occasione della festa dell’Immacolata Concezione, a distanza di cinque anni dal devastante incendio che, nella notte del 15 aprile 2019, provocò ingenti danni all’edificio sacro tra cui il crollo della guglia e il collasso, tra le altre cose, della copertura in legno, delle capriate e del pinnacolo ottocentesco al centro dell’incrocio tra navata e transetto. I principali lavori di restauro, che saranno ultimati nei prossimi mesi, restituiranno alla cattedrale gotica, costruita tra il 1163 d il 1250, tutto il suo antico splendore. La ricostruzione di questo simbolo della Francia e dell’Europa procede “nel rispetto dei tempi e del bilancio” ha riferito Philippe Jost, responsabile del cantiere. La stupefacente guglia, eretta a partire da un progetto ottocentesco dell’architetto Eugène Viollet Le Duc, è di nuovo visibile in cielo, mentre nel mese di marzo è stato completato il rifacimento del tetto in legno (foresta di Notre-Dame) impiegando un migliaio di alberi bicentenari, selezionati nei boschi francesi. Sono ancora in corso, invece, le operazioni di rivestimento dell’intelaiatura in legno della navata, del transetto e del coro. L’interno della chiesa sta riacquistando tutta la sua lucentezza, grazie alla pulitura delle pietre e delle gigantesche vetrate, al restauro dei dipinti, al recupero delle cappelle e ai lavori di fornitura elettrica. Gli arredi sacri e le opere d’arte, fortunatamente, non sono stati lambiti dalle fiamme e sono stati messi in salvo. Le cappelle dell’ambulacro e del coro sono state oggetto di riqualificazione, con l’intento di consentire ai milioni di visitatori di muoversi al suo interno. In vista della riapertura di questo sacro monumento della storia francese si è pensato ad un itinerario – come ha spiegato a L’Osservatore Romano mons. Oliver Ribadeau Dumas, rettore e arciprete di Notre-Dame dal 2022 – per dare la possibilità a turisti e fedeli di vivere un’intensa esperienza di fede, incontrando Dio mediante l’arte. Partendo, infatti, dal lato nord dell’edificio potranno ammirare varie testimonianze sulla nascita e sulla vita pubblica di Gesù, mentre spostandosi verso il lato sud (lungo la Senna) osserveranno immagini della resurrezione. Il percorso centrale rappresenterà la tappa intermedia di questo pellegrinaggio e sarà dedicato alla Passione di Cristo. “Questa chiesa non appartiene a nessuno, né ai cattolici né ai francesi, ma rappresenta una parte del bene comune dell’umanità dove, sotto la protezione della Vergine, tutti possono trovare rifugio” ha sottolineato mons. Dumas. “La riapertura di Notre-Dame è un formidabile segno di speranza: ciò che sembrava morto resta in piedi, grazie alla solidarietà di tutti coloro che hanno reso ciò possibile” ha concluso il presule. L’ente pubblico preposto alla ristrutturazione e alla messa in sicurezza dell’edificio, in seguito al fatto doloso del 2019, ha condotto i lavori con l’aiuto di operai, restauratori e architetti specializzati. Tra questi vi è anche l’architetto calabrese, originario di Amantea, Livio De Luca, direttore del Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi (Cnrs), nonché capo del cantiere digitale per il restauro della cattedrale di Notre-Dame e dell’Unità di Ricerca mista Map (Modelli e simulazioni per l’architettura e il Patrimonio) di Marsiglia, città dove vive attualmente. Ha compiuto i suoi studi di Architettura presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria dove ha sviluppato la passione per il Cad (Computer aided design), cioè la progettazione assistita dall’elaboratore. Si tratta di un procedimento che consiste nel mescolare immagini reali per ricostruire virtualmente i pezzi mancanti di un oggetto. È stato questo, infatti, il suo asso nella manica che gli ha permesso di mettere al servizio le sue competenze per far risorgere Notre-Dame. Si è specializzato in Francia sperimentando l’applicazione dell’informatica all’architettura e sviluppando metodi e strumenti tecnologici, volti alla digitalizzazione del patrimonio artistico. Dopo il rogo del 2019 viene contattato dal Ministero della Cultura Francese che gli offre l’incarico di ricostruire digitalmente la cattedrale, partendo dal materiale fotografico già disponibile. De Luca ha ideato, prima dell’incendio, uno strumento rivoluzionario che rappresenta il cuore di tutto il cantiere coinvolto nel rifacimento digitale della basilica: la piattaforma Aïoli. Quest’ultima consente di raccogliere tutti i dati tridimensionali presenti e passati di un qualsiasi bene. Le annotazioni vengono elaborate dalla piattaforma che genera immagini 3D in continua evoluzione, perché alimentate dai dati inseriti dai diversi attori. Nel caso di Notre-Dame sono 120 i ricercatori che hanno lavorato sui materiali, sui comportamenti strutturali, acustici e sugli elementi socio-antropologici dell’edificio. Aïoli ha iniziato ad elaborare i diversi rilievi avvenuti prima del tragico evento. Alcuni dati dell’edificio religioso erano stati digitalizzati con laser scanner in 3D dallo studioso statunitense Andrew Tallow, prima del 2019. Grazie a questa piattaforma è stato creato un gemello virtuale della chiesa, frutto degli sguardi delle varie discipline e della condivisione delle diverse conoscenze prodotte dagli esperti coinvolti. È stato possibile sapere come fosse in passato la struttura, prima che l’incidente ne intaccasse l’integrità, studiandone la geometria virtuale. Notre-Dame è stata poi ripresa dall’alto con l’uso di droni ed è stata fotografata da tante angolazioni. Il gruppo di ricerca diretto da De Luca ha raccolto tutti questi dati digitali, interfacciandosi con un articolato cantiere scientifico composto da 175 ricercatori, allo scopo di creare un legame tra le informazioni prodotte nel cantiere fisico e quelle generate nel cantiere scientifico. Un grande supporto è stato poi dato da Art Graphique and Patrimonie (AGP), una società francese specializzata nella conservazione digitale di monumenti e manufatti culturali, che ha usato apparecchi di digitalizzazione 3D per produrre rilievi di Notre-Dame dopo l’incendio, confrontandoli con scansioni precedenti. La comparazione tra le vecchie e le nuove immagini ha permesso di rilevare le aree danneggiate per poter intervenire correttamente. La digitalizzazione ha mostrato la vera natura del progresso di ricostruzione, che non è solo futuro ma che intreccia passato e presente, quindi più epoche. Quest’esperienza multidisciplinare ha intersecato scienze umanistiche, ingegneristiche e informatiche, contaminando culture e saperi divergenti. Notre-Dame risorgerà grazie all’immane sforzo di informatizzazione  compiuto da questo amanteano, che è un vanto per la Calabria, per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero.

Un’eccellenza calabrese farà risorgere Notre-Dame
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