I leader cristiani: gli Usa continuino a riconoscere lo staus quo in Terra Santa
"Il cambiamento potrebbe causare danni irreparabili".
“Gli Stati Uniti continuino a riconoscere l’attuale status internazionale di Gerusalemme. Qualsiasi cambiamento improvviso potrebbe causare danni irreparabili”. È il monito che i 13 leader cristiani di Gerusalemme, tra loro Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino, e padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, rivolgono al presidente Usa, Donald Trump, che ieri sera ha annunciato il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele e lo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv alla Città santa.
(Foto: AFP/SIR)
“Siamo fiduciosi che con il forte sostegno dei nostri amici – affermano i leader cristiani in una nota -, israeliani e palestinesi possano lavorare per negoziare una pace sostenibile e giusta, a beneficio di tutti coloro che desiderano che la Città Santa di Gerusalemme realizzi il suo destino. La Città Santa può essere condivisa e pienamente goduta una volta che il processo politico aiuti a liberare il cuore di tutti i suoi abitanti dalle condizioni di conflitto e di distruttività in cui vivono”. I tredici leader si dicono “certi” che le scelte di Trump “aumenteranno l’odio, il conflitto, la violenza e le sofferenze a Gerusalemme e in Terra Santa allontanandoci sempre più dall’obiettivo dell’unità andando verso una più profonda divisione distruttiva. Chiediamo a voi, signor presidente, di aiutarci tutti a camminare verso una pace definitiva, che non può essere raggiunta senza che Gerusalemme sia per tutti”. E concludono: “Presto sarà Natale. Come leader cristiani di Gerusalemme, ti invitiamo a camminare con noi nella speranza mentre costruiamo una pace giusta e inclusiva per tutti i popoli di questa città unica e santa”.
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