Il batterio, la Puglia e i nuovi muri francesci
Guerre commerciali. Decisione unilaterale della Francia di vietare le importazioni di 102 specie vegetali pugliesi (dall’Acer macrophylum alla Westringia fruticosa) colpite o minacciate dalla Xylella
“Ai francesi non far sapere quanto è buono il caciocavallo con le pere”. Rischia di influire persino sulle tradizioni, sulla cultura, sui proverbi, e dunque sulla vita quotidiana, la decisione unilaterale della Francia di vietare le importazioni di 102 specie vegetali pugliesi (dall’Acer macrophylum alla Westringia fruticosa) colpite o minacciate dalla Xylella. Così il Salento e altri territori pugliesi, che stanno già pagando a caro prezzo la “malattia degli ulivi”, devono ora fare i conti con l’allarmismo d’Oltralpe che, senza badare agli aspetti tecnico-scientifici e al quadro europeo, ha deciso di alzare un muro verso la regione italiana, la sua economia, le sue produzioni, la sua stessa gente…Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha osservato: “Il fatto che uno Stato avanzi unilateralmente un’iniziativa non fa bene alle decisioni complessive della Comunità”. Giusto. Peccato che da Bruxelles abbiamo dato ragione a Parigi: “Dinanzi a un’emergenza”, vera o presunta, “prima si prendono provvedimenti preventivi, poi si ragiona”. In questo modo il danno economico, e non di meno il danno d’immagine, rischia di mettere in ginocchio il comparto agricolo pugliese. Non solo: ma il “cattivo esempio” francese potrebbe essere seguito da altri Paesi, innescando un vorticoso effetto domino.Così la calamità naturale abbattutasi sulla Puglia ha scatenato l’atteggiamento nervoso dei cugini “galletti”, comprese paure ataviche e protezionismi retrò che rimandano all’Europa prima della Cee e della Ue: quella delle dogane, delle barriere, dei dazi. Che - tutti lo sanno - hanno il difetto della reciprocità: oggi a me, domani a te…E se la Francia, sempre più segnata dal lepenismo, voleva far fare al vecchio continente un salto indietro di sessant’anni, ci è riuscita alla perfezione. Quello che si cerca di combattere è il batterio “Xylella fastidiosa”, ma ben più fastidiosa e potenzialmente dannosa appare la guerra commerciale innescata contro chi è già in difficoltà, alla faccia del principio di solidarietà che dovrebbe reggere le sorti comunitarie e costituire un principio cardine del mercato comune.Tanto che in Puglia, prossima alle elezioni regionali, qualcuno ha subito pensato di cavalcare la pessima notizia, lanciando il monito: stop ai prodotti francesi. Se ulivi, uva, agrumi, albicocchi, pomodori o piante aromatiche non possono andare oltre Ventimiglia, sugli scaffali dei negozi dovranno restare invenduti profumi, champagne e abiti haute couture. Così la Xylella l’avrà vinta tre volte: sugli ulivi, sull’economia pugliese e sul processo di integrazione europea.
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