INTERVISTA
La crisi in Venezuela, una grande tragedia
In esclusiva al nostro settimanale, il deputato italo-venezuelano, originario di San Pietro in Amantea, del partito "Causa Radicale", Americo De Grazia portato in salvo dalla diplomazia italiana insieme a Marilena Magallanes (con il contributo del senatore Pier Ferdinando Casini). De Grazia ha testimoniato parlando del momento difficile che sta attraversando il paese bolivariano davanti ad amici e parenti nella sala consiliare del comune tirrenico.
“Bentornato a casa, Americo”: la comunità di San Pietro in Amantea ha riabbracciato il suo ‘onorevole’ concittadino rientrato dal Venezuela lo scorso 1 dicembre dopo essersi rifugiato presso l’ambasciata italiana a Caracas, assieme alla parlamentare Mariela Magallanes, a causa della revoca dell’immunità parlamentare da parte del Tribunale Supremo di Giustizia, controllato da Nicolas Maduro. Porta avanti la lotta #VenezuelaValeLaPena precisando che “non pretende essere eroe né martire” ma, dice: “voglio solo essere utile al mio Paese”. Americo De Grazia ha incontrato tanti amici e parenti presso la sede comunale di San Pietro, il piccolo centro arroccato alle spalle di Amantea, paese di origine di suo padre; con loro ha dialogato, ha raccontato la sua storia ed ha spiegato la drammatica situazione di pericolo che anche tanti italiani stanno vivendo in Venezuela.
Abbiamo raccolto anche noi di Parola di Vita la sua testimonianza di politico e di difensore dei diritti civili , di uomo che continua a battersi affinché si possa scardinare quella mentalità di sottomissione che genera terrore e limita ogni tipo di libertà che ha determinato il regime di Maduro. “Non darò il gusto alla narcodittatura che mi esibisca come un trofeo e mi usi come ostaggio”. Questo prima del suo rifugio presso l’Ambasciata Italiana a Caracas.
Ci racconta cosa significa vivere in Venezuela oggi?
Per noi è una tragedia. Non è una crisi, non è una cosa che già conoscevamo. È differente da tutte le dittature precedenti: è una corporazione criminale, un ente interno al narcotraffico. L’ultima dittatura che abbiamo avuto, quella di Juan Vincente Gomez, non era narcotrafficante, non trafficava né con oro né con diamanti, né con armi e non espropriavano. Di conseguenza oggi è una situazione molto più particolare che genera odio, che divide il popolo e governa proprio sulla divisione. Hanno diviso il popolo e regnano sopra questo ‘caos’.
La cosiddetta ‘strategia del terrore’ di Maduro prevede la preclusione di ogni tipo di libertà. Nel suo caso la libertà politica e di difesa dei diritti civili per i quali si è sempre battuto in Venezuela.
La paura è la sua migliore arma. Per esempio, le persone che protestano e che fanno la resistenza, in Venezuela, sono le persone di classe medio-alta. I cittadini di classe medio-bassa non si schierano a capo di nessuna protesta ed è necessario conoscerne il motivo. I più poveri in Venezuela hanno alleanze con un collettivo dotato di armi, i cosiddetti ‘gruppi armati’, formati da delinquenti. Se si accorgono che tu stai per organizzare una manifestazione si mette in moto un protocollo che identifica il personaggio che vuole fare resistenza, che vuole ‘liberare’ una manifestazione e lo fanno
letteralmente sparire. Lo usano come punto di riferimento per il silenzio degli altri; lo uccidono, lo fanno sparire in modo da intimorire la popolazione che si piega alla dittatura.
Continuerà a lottare per la libertà del popolo venezuelano anche lontano dal Venezuela.
Sì. Sono uscito dal Venezuela con un passaporto italiano e non venezuelano perché non me lo hanno permesso, ma continuerò la mia lotta per riportare la libertà al popolo del Venezuela. Sto per partire per l’America: sarò a Miami, Orlando, Atlanta, New York e Washington fino alla metà di gennaio. Poi partirò per Berlino, Londra, una tappa italiana a Siena per poi ripartire alla volta del Parlamento Europeo a Bruxelles, proponendo incontri esattamente come questo organizzato nella terra di mio padre, San Pietro in Amantea. Ieri, ad esempio, ero a Madrid parlando con la delegazione di Spagna, di Francia, Olanda e Brasile. Questi sono i prossimi impegni in agenda previsti nel mese di gennaio e di febbraio. Tutto questo affinché il mondo sappia.
L’onorevole De Grazia ha voluto ringraziare il settimanale diocesano Parola Di Vita per lo spazio dato al racconto della drammatica situazione venezuelana. Abbiamo strappato ad Americo De Grazia la promessa di una visita a redazione giornalistica e alla nostra emittente radiofonica.
Le foto di questa intervista sono di Antonio Cima
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